(Squilibri editore)
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Squilibri editore non ferma la sua creatività e questa volta ci propone un progetto insolito che vede l’Umbria Ensemble formato da Claudia Giottoli (flauto e ottavino), Luca Ranieri (viola), Maria Cecilia Berioli (violoncello) e Leonora Baldelli (pianoforte e pianoforte preparato), insieme a quella che è la miglior voce della musica popolare italiana: Lucilla Galeazzi. Un disco dal titolo “Donna, voja e fronna”, dedicato ai canti dei contadini, della tradizione centro-appeninica, in gran parte raccolti in Umbria nel 1956 da Diego Carpitella e Tullio Seppilli e arrangiati da Piero G. Arcangeli e Raffaele Sargenti. Un’operazione rischiosa, che spoglia le venti tracce dal loro sapore popolare, donandogli però un vestito diverso, più raffinato ed elegante. Arcangeli riscrive i brani con una “scrittura parziale” che lascia spazio alle ottime capacità dell’ensemble, una sorta di prove-laboratorio dove gli strumenti classici prendono il posto di quegli strumenti della tradizione popolare come l’organetto, il violino, la fisarmonica o i tamburelli. Si prova un certo effetto a sentire brani come “E me ne vojo annà” , “Lo benedico lo fiore di canna”, “C’erano due sorelle” (Cecilia), “ Che bel sereno, che lume di stelle”, “A modo di saltarello” in odor di Barocco, con contrappunti cameristici e con richiami all’antica musica sacra, dove emerge la bellezza del canto passionale, sofferto e squisitamente vero di Lucilla Galeazzi, che racconta la donna e la sua anima. Il risultato finale è un disco che suona come un live, molto diretto, ma anche parecchio impegnativo, che andrebbe ascoltato seguendo con attenzione il ricco libretto, anche per capire bene da dove viene e dove vuole arrivare questo curioso lavoro.
Marco Sonaglia
Tracce
E me ne voglio annà
Dialoghetto
Lo benedico lo fiore di canna
Caruccio appassionato
Lo benediri lo fiore di l’olmo
Mazzetto di viole e ‘n filo nero
Vatti a vestì Susanna
Ninnananna pupo bello/Turutù
Tratto ll
A modo di saltarello
Alzando gl’occhi al cielo
Bondì e bongiorno mia bella signora
Ecco che la sposetta (Rinello)
C’erano due sorelle (Cecilia)
Quando che santa Barbara
Già condannato il figlio
Stabermater
E le stelle del cielo son quaranta
E lo mio amore non viene e non manda
Che bel sereno, che lume di stelle
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