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Meno male che esiste Richard Thompson. Ogni suo concerto, che sia in trio elettrico o solista con la chitarra acustica, è una dimostrazione di classe nell’esecuzione e nella scrittura dei brani che propone. Anche in periodo di emergenza sanitaria l’esibizione in diretta sul sito della Royal Albert Hall, sotto il marchio #royalalberthome, era assolutamente da non perdere. Quaranta minuti, come da format di questo particolare cartellone, che hanno dimostrato un musicista che guarda sempre avanti nonostante un passato importante, annunciando un nuovo album. Dalla sua abitazione a Montclair nel New Jersey, Thompson ha proposto otto brani (cinque dei quali insieme alla compagna Zara Philips ai cori) in perfetto equilibrio tra ieri e oggi.
Dai brani del periodo (inizi ’70) con Linda ci sono Whitered and Died e la splendida Wall of Death, mentre il presente è rappresentato dal blues If I Could Live My Life Again, che farà parte del prossimo disco, e dalla nuovissima Survivor (“è talmente nuova che non mi ricordo bene il titolo”, ha spiegato). L’album 13 Rivers è rappresentato dal brano folk Rattle Within e da The Storm Won’t Come, mentre l’inizio del set è rappresentato da Gethsemane (tratto da The Old Kit Bag) e il finale da If I Could Live My Life Again. Un compendio della storia di un grande artista che con la Royal Albert Hall ha condiviso i festeggiamenti del 70° compleanno con tanti ospiti,
Michele Manzotti
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