(Il Castello)
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Pagg. 220, Euro 24,00
“Mario Giammetti è da tanto tempo un buon amico dei Genesis”. Così Steve Hackett attacca la sua prefazione al nuovo volume dello scrittore e giornalista di Benevento dedicato al leggendario gruppo inglese, di cui segue ininterrottamente le tracce da oltre tre decenni. Conoscendo personalmente entrambi, Steve e Mario, avverto subito la profondità e la sincerità delle parole del chitarrista che entrò nei Genesis nel lontano 1971, per lasciarli poi nel 1977. Anche Hackett in fondo dedica ancora molto tempo al gruppo madre, visti i suoi numerosi tributi discografici e i tour con il materiale dei primi Genesis effettuati con vigore in piena terza età. In effetti l’endorsement non deve sorprendere, visto che Giammetti ha già scritto ben quindici libri sull’argomento. Ciò che sorprende piuttosto è il fatto che, anche dopo tantissime pagine scritte negli anni anche sui dettagli più nascosti della band nata alla Charterhouse School ormai 53 anni orsono, l’autore è riuscito a portare a termine l’ennesimo volume su ogni singola canzone e album dei Genesis con una ventata nuova, attraverso una chiave di lettura , iconografica soprattutto, che ha il pregio di rivolgersi in maniera diretta alle nuove generazioni. Non solo ai figli (e fra poco i nipoti) di chi ha respirato Genesis per almeno mezza vita e magari ha più o meno forzatamente (meno, auspichiamo) passato il testimone ai suoi pargoli fin dalla tenerà età. Questo ricco volume cartonato di 120 pagine, dove le tantissime foto, ricercate con il gusto di chi sa scegliere bene tra scatti più belli o non inflazionati, tra live perfomance rare e materiale da collezione, incantano chiunque nel largo formato 21,5 x 28 cm, è infatti il tesoro perfetto per chi si avvicina ai Genesis per la prima volta, oltre a soddisfare i fan più incalliti grazie anche a un indice analitico che non teme confronti. Perché se è vero che nulla può sostituire l’emozione di ascoltare per la prima volta l’apertura al mellotron di Watcher Of The Skies (1972) o – per i leggermente meno giovani – la potenza dinamica del trio Banks-Collins-Rutherford all’opera su Behind The Lines (1980), è altrettanto sacrosanto che molti appassionati di questa band rimasero per anni incantati visivamente dalle foto di Armando Gallo contenute nel suo ormai storico libro (all’epoca il primo e l’unico per un po’ di tempo) “I Know What I Like”, di circa 40 anni fa. Chi sceglie i Genesis come il “suo” gruppo, è possibile che lo faccia anche oggi da teenager, proprio come fece lo stesso autore, lo dichiara lui stesso nell’ introduzione, folgorato nel lontano 1978 da una cassetta di …And Then There Were Three , sei anni dopo aver ascoltato la band per la prima volta con Foxtrot. Ebbene, se la folgorazione viene amplificata e aiutata da un volume come questo, l’auspicio diventa realtà: non importa se il primo impatto è con i Genesis del prog teatrale dei 70’s o con quelli del pop di classe degli ‘80’s, basta tuffarsi in Genesis – Tutti Gli Album Tutte Le Canzoni di Mario Giammetti per immergersi copertina dopo copertina, anno dopo anno, in una delle storie più avvincenti del rock.
Francesco Gazzara
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