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Foto (c) Mark Medal
La mia generazione festival nonostante il duro periodo del post covid, è riuscito a presentare un programma accattivante, rivisto seguendo le norme e con l’aiuto dello streaming. Un festival dove oltre alla musica, protagonista è stata la parola, infatti più che mai azzeccati , si sono dimostrati i talk show con gli artisti. La prima giornata è iniziata molto presto con un incontro dal titolo “Il tempo sospeso” con Cristiano Godano intervistato da Leonardo Colombati. Il leader dei Marlene Kuntz ha presentato anche qualche brano in acustico del suo disco solista “Mi ero perso il cuore”. Una lunga pausa ha portato al tardo pomeriggio dove il giornalista e discografico Emiliano Colasanti ha intervistato Vasco Brondi nel talk show ” Il tempo sospeso”. Brondi ha parlato a lungo di come ha vissuto l’esperienza del lockdown, ricordando che la musica è un anticorpo per l’anima. L’ex leader de Le Luci della centrale elettrica riesce sempre a lasciare affascinato il pubblico, grazie anche alla sua cultura e al modo di usare le parole. Non sono mancate tre perle del suo repertorio come “Walzt degli scafisti”, “Coprifuoco” e ” Un bar sulla via lattea”, eseguite intensamente con voce e chitarra. Altro interessante incontro dal titolo ” Vivere la musica” con Motta intervistato da Giulia Blasi. L’incontro porta il nome del libro scritto da Motta e uscito con il saggiatore, dove l’autore racconta la sua giovinezza tra musica e sport, l’importanza della musica nella sua vita che l’ha fatto cambiare definitivamente. Un Motta intrattenitore e veramente simpatico, che in maniera molto modesta ha ammesso che le sue canzoni suonate in acustico, sono delle cover di se stesso. Sono state comunque salutate con successo “La fine dei vent’anni”, la sanremese “Dov’è l’Italia” e “Mi parli di te”.
La serata presentata da Massimo Cotto, ha avuto come protagonisti Lucio Corsi e i Perturbazione. Lucio Corsi è uno dei nomi più interessanti del cantautorato italiano, appena ventisettenne ha già pubblicato tre dischi e ha dimostrato di avere uno stile decisamente personale. Il live ce lo conferma, una bella energia trascinante, con una band dal suono rock vintage formata da tastiere e pianoforte (Giulio Grillo e Iacopo Nieri), basso (Michelangelo Scandroglio), chitarra solista(Filippo Scandroglio) e batteria (Marco Ronconi). Una scaletta incentrata principalmente sul disco recente “Cosa faremo da grandi?”, tra cui le applaudite “Trieste”, “Amico vola via”, ” Senza titolo” e la title track. Qualche brano dai precedenti lavori come ” Il lupo” e ” Altalena boy” che ha chiuso i concerto. Non sono mancati omaggi come una versione molto tirata di “Bufalo Bill” di De Gregori e un particolare medley formato da “Maremma amara” (canzone popolare portata al successo da Caterina Bueno) e “Non andar più via” di Lucio Dalla. Corsi è istrionico, sul palco giganteggia, grazie ad una sicura presenza scenica e un look bizzarro tra David Bowie e il primo Renato Zero. Un concerto veramente gradevole e consigliato, che speriamo di rivedere presto.
Setlist
Freccia bianca
l’orologio
Trieste
Cosa faremo da grandi
Amico vola via
La ragazza trasparente
Senza titolo
Maremma amara +E non andar più via
Il lupo
Bufalo Bil
Altalena Boy
Il finale della serata è stato affidato ai Perturbazione. La band ha risposto bene all’invito, dimostrandosi carica, ma anche di classe. Una scaletta con parecchi brani da ” Dis)amore” il loro ultimo album e alcuni classici del passato come ” Agosto” , “nel mio scrigno”, ” Buongiorno buonafortuna”, ” Del nostro tempo rubato”e la sanremese “L’unica”. Tommaso Cerasuolo è un grande frontman, con un cantato sempre pulito, corretto ed elegante, accompagnato dai fedelissimi Cristiano Lo Mele alle chitarre, Alex Baracco al basso e Rossano Antonio Lo Mele alla batteria. Una versione intima e delicanta della gucciniana “Incontro” , ha chiuso uno show ben curato e coinvolgente.
Setlist
Le spalle nell’abbraccio
Le regole dell’attrazione
Mostrami una donna
L sigarette dopo il sesso
Silenzio
Chi conosci davvero
Agosto
Nel mio scrigno
Io mi domando se eravamo noi
L’unica
Le assenze
Del nostro tempo rubato
Buongiorno buona fortuna
Incontro
La seconda giornata ha poi visto protagonisti Vinicio Capossela, Brunori sas e Ghemon. La mia generazione si conferma un grande festival, grazie alla sempre accurata direzione artistica di Mauro Ermanno Giovanardi, che ogni anno porta i nomi più interessanti del panorama musicale underground. Arrivederci alla quarta edizione.
Marco Sonaglia
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