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foto (c) Eleonora Birardi
E’ quasi scontato che una rassegna jazz si inauguri con il trio più classico del genere. Al tempo stesso non è altrettanto scontato che il leader della formazione sia un batterista e che il linguaggio sia ben lontano da quello tradizionale. Jim Black, statunitense che è di base a Berlino, ha portato il proprio stile nella serata inaugurale di A Jazz Supreme del Musicus Concentus di Firenze. Una prassi fatta di continuo cambiamento del ritmo, di materiali inconsueti per percuotere tamburi e piatti, e che ha come risultato composizioni il cui apparente disordine evidenzia un ordine ben preciso. Come quello di un quadro astratto. In questo Black è supportato dai compagni di avventura: il pianista austriaco Elias Stemeseder e il contrabbassista Felix Henkelhausen. Quest’ultimo dimostra di essere il perno su cui si innestano le invenzioni dei colleghi. Quelle di Stemeseder viaggiano attraverso la tastiera con eleganza nel proporre cellule melodiche e ritmi che contrastano con quelli proposti di Black. Il quale a sua volta si lancia in momenti bop tanto per far capire come le buone tradizioni non si dimenticano mai. Uno stile che è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico.
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