(Crac Edizioni)
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Pagg. 214 – Euro 18,00
Sono passati pochi mesi da quando, a fine 1979, il film Quadrophenia raggiunge le sale cinematografice italiane. Contemporaneamente giunge anche da noi l’eco dell’enorme successo inglese dei Jam, la band di un giovanissimo Paul Weller. Siamo nei primi anni ’80 e anche in Italia, in maniera capillare, il movimento Mod si espande a vista d’occhio nei centri urbani delle metropoli principali. Il libro di Stefano Spazzi fotografa un periodo storico ben preciso, in cui la scena musicale è tutt’uno con l’evoluzione sociale e stilistica delle sottoculture. Nel farlo va a scavare sapientemente tra i protagonisti di quell’epoca – molti ancora attivi guarda caso proprio in ambito musicale – intervistandoli direttamente e raccogliendone sia i singoli ricordi che l’essenza dello stile Mod, forte di una maturità acquisita sul campo e nel tempo. Statuto, Underground Arrows, Four By Art, Mads, P.U.B e tanti altri gruppi mod per tante città diverse, tra Torino, Milano, Roma, Bologna, testimoniano una scena fervente fatta di raduni, festival, serate, scooter rallies e anche tanti pomeriggi passati insieme sulle scalette di qualche storica piazza italiana. La consulenza artistica al libro è di Tony Face alias Antonio Bacciocchi, che oltre a essere uno dei protagonisti è anche giornalista, scrittore e musicista con una lunga esperienza sia nel modism che nelle realtà della scena musicale indipendente italiana. Lo stesso autore del libro, Stefano Spazzi, alterna la professione di avvocato a quella di musicista del circuito beat ed è anche ideatore dell’Ancona Beat Festival. Arcipelago Mod si rivela un volume davvero esauriente, la lettura alterna interviste a descrizioni accurate anche geografiche della scena mod dei primi anni ’80 e a un paio di appendici discografiche selezionate con cura. Una lente che ci permette di osservare nel dettaglio come era quel “clean living under difficult circumstances” del modernismo applicato all’epoca del riflusso patinato post anni di piombo che l’Italia stava vivendo in quel periodo. Il quadro socioculturale e in particolare musicale dei Mods che ne viene fuori è di indubbio interesse per chiunque voglia ricostruire con cura fatti e idee di un movimento che ancora oggi ha molto da dire.
Francesco Gazzara
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