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The Pretty Things – Bare As Bone, Bright As Blood

29 novembre 2020 by Michele Manzotti in Dischi, Recensioni

(Madfish Music)
www.theprettythings.com
www.madfishmusic.com

Potremmo definirlo un testamento spirituale, dato che il frontman Phil May se ne è andato nel maggio scorso. Ma, anche se fosse così, riteniamo che non sia totalmente calzante per la storia dei Pretty Things. Non sembri mancanza di rispetto, ma un disco (diciamo subito: bellissimo) di voce, armonica e chitarra dal sapore roots è sicuramente un’altra cosa rispetto alle sonorità elettriche che hanno caratterizzato i loro 55 anni di storia, per non dimenticare S.F.Sorrow considerata la prima opera rock della storia. Anzi. era già pronto un album a fine 2018 ma non è mai uscito per l’impossibilità di proporne dal vivo il contenuto. Nel corso del 2019 Phil May e Dick Taylor, insieme al manager e produttore, Mark St. John, sono tornati in studio per costruire un disco interamente acustico. “Bare As Bone, Bright As Blood” mostra l’enorme professionalità dei Pretty Things di ritrovare radici importanti e mai dimenticate, basi fondamentali per ogni rock band che si rispetti. Così la voce e la chitarra dei due musicisti ci portano in un’atmosfera da club, percorrendo sentieri inediti e dal grande fascino sulle orme del nume Robert Johnson (Come Into My Kitchen ev Love In Vain) . Blues di razza come Can’t Be Satisfied (Muddy Waters), The Devil Had A Hold On Me (Welch-Rawlings), Ain’t No Grave, ma anche ballate con To Build A Wall, dalla melodia splendida, e Black Girl. Ci piace pensare a questo disco come una tappa particolare verso un futuro della band già programmato, ma forzatamente interrotto.

Michele Manzotti

 

Tracklist

Can`t Be Satisfied

Come Into My Kitchen

Ain`t No Grave

Faultline

Redemption Day

The Devil Had A Hold Of Me

Bright As Blood

Love In Vain

Black Girl

To Build A Wall

Another World

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