(Fire Records / Goodfellas)
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Non è un disco d’esordio e non si può far finta che lo sia. Però è anche vero che la parabola del gruppo neozelandese di base a Auckland è singolare. Formatisi nel 1986 hanno inciso due Ep l’anno successivo mentre l’album (un mini Lp) Arriving Late in Torn and Filthy Jeans è uscito nel 1989 per la Utility di Billy Bragg. ll resto dell’attività discografica fino agli anni Zero si è sviluppata con la partecipazione a compilazione e a un’antologia. Il leader Dons Savage ha continuato l’attività con il nome del gruppo fino a oggi. E’ del 2020 infatti l’uscita di Harry per l’inglese Fire Records. Le dieci tracce mostrano un linguaggio pop (se vogliamo metterci “indie” prima, va anche bene) incastonato nel beat che conquistò a suo tempo anche John Peel, Fresco e spontaneo, un po’ ruvido, oltre che ironico nei testi. Come nell’iniziale Looking At Girls dedicata a un uomo che ha un incidente mentre guarda le ragazze. Il linguaggio apparentemente semplice mostra molta sostanza: basti ascoltare Goddess Of Chill, Turn On The Light, la ballata Dead Birds Eye, To Be Divine, Fino alla traccia titolo finale, un inno basato sul pianoforte scordato al posto delle chitarre delle altre tracce, con le voci di supporto a quella solista a creare un coro Un album inaspettato e anche per questo graditissimo.
Michele Manzotti
Tagged Dead Famous People, pop