Dal campo di calcio alla sala di incisione. Nell’epoca dei 45 giri (e quindi dei jukebox e, in parte, di mangiadischi e fonovaligie) era quasi naturale che anche le star del calcio venissero utilizzate per incidere canzoni, spesso come veicolo promozionale. È successo a Giorgio Chinaglia, Johann Cruyff e Pelè. Ma anche Paolo Rossi non è sfuggito al fascino di questo mezzo, molto popolare fino a pochi decenni fa. Nel 1980 infatti Rossi realizzò un singolo con la canzone Domenica alle tre sul lato A. A scriverla autori di primo piano come il maestro Stelvio Cipriani, compositore di molte colonne sonore, per la musica e Dino Verde per il testo. Il brano, cofirmato anche da Bruno Broccoli e Giulio Perretta, fu inciso dalla Emi ma il coyright era della Cam, una nota casa di produzione per la musica da film con un catalogo che va da Nino Rota ed Ennio Morricone ad Armando Trovajoli e Piero Umiliani. ll testo di Domenica alle tre ovviamente tratta di calcio ed è un giocatore che parla in prima persona. La canzone tratta il tema del rapporto tra i calciatori e le proprie compagne (Non pensare a me domenica alle tre) con una melodia costruita in modo da piacere al primo ascolto. Il goleador nelle vesti di cantante segue bene questa linea e se la cava anche quando, in ogni buona canzone che si rispetti, a un certo punto viene cambiata la tonalità. Ma Paolo Rossi ha affrontato un nuovo esame da cantante, con sufficiente sicurezza, anche in tempi più recenti. In rete compare un video del 2009 costruito sul brano La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori. Insieme a lui «Apo» Roberto Ambrosi, oste e cantautore originario di Marostica (Vicenza), che ha svolto parte della sua attività a Roma. È lo stesso Ambrosi, come si legge nelle note del video, ad avere coinvolto il bomber per l’iniziativa «Voci dal cuore» destinata a uno scopo benefico. Da un punto di vista vocale è un brano tutt’altro che facile: Pablito, pur non essendo un vocalist, fa degnamente la sua figura. Forse (anzi sicuramente) ispirato dal grande valore della canzone.
Michele Manzotti
(da La Nazione, 12 dicembre 2020)
Tagged Cam, Paolo Rossi