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La seconda giornata del festival si apre con il nuovo video di Margo Price, Hey Child, presentato in esclusiva. Poi largo ai giovani come tradizione: in questo caso Megan O’Neill dotata di una bella voce e autrice di brani di buon livello come Ireland e Rootless. Bene anche i Misty River, quartetto di cui citiamo Wishing On The Wrong Star. I True Strays (foto 1) sono un duo di Bristol che utilizza dobro e contrabbasso: la loro energia e il linguaggio blues roots sono molto convincenti (citiamo All My Love). Concludiamo questa prima parte di ascolti con un cantautore di esperienza come Peter Bruntnell (foto 2). La scaletta presentata (da Broken Wind, a Dandellion e Runaway Car) conferma come Bruntnell sia un musicista di razza, che sa toccare corde profonde grazie a un linguaggio diretto ed efficace. Auguriamoci di rivederlo presto sul palco.
La pattuglia di artisti del North Carolina era ovviamente molto attesa e ne citiamo una parte: Rissi Palmer è una cantante ispirata dal gospel e che presenta una bella forza vocale, mentre Lakota John è protagonista di un cantautorato fresco e rilassante. Bella la proposta degli American Aquarium con il loro linguaggio intimista. Ancora più interessante il country contaminato dal rhythm’n'blues dei The Hamiltons. Per non dimenticare il violino solista folk di Jim Vipperman. Ma la figura del senatore Jim Lauderdale (foto 3) appare subito di un altro pianeta presentando My Carolina Sushine Girl, recuperando un passato fondamentale per il suono di oggi.
Uno dei set più appetibili sulla carta era quello delle Larkin Poe (foto 4), le due sorelle di Atlanta oggi di base in Tennessee. Le promesse sono state mantenute: Rebecca e Megan Lovell hanno presentato i brani dell’ultimo album Self Made Man mostrandosi come Power Duo autorevole e di ottima capacità creatina come hanno dimostrato la traccia titolo, Black Down South e Keep Diggin.
Lo speciale dell’etichetta Yep Roc (distribuita in Italia da Audioglobe) ha inizio con le canzoni presentate da Grant Lee Philips, cantautore che nella sua attività dal vivo ha toccato anche la nostra penisola e noto anche per l’esperienza Grant Lee Buffalo. Una realtà importante del genere Americana, che ha presentato brani dal suo nuovo album Lightning, Show Us Your Stuff, ma anche recuperando parte del suo passato come la canzone Honey Don’t Think. Michaela Anne è protagonista di un album interessante come Desert Dove e ha proposto il suo set con sola voce e chitarra, If I Wanted Your Opinion, One Heart sono ottimi esempi di brani costruiti con cura. Chuck Prophet (foto 5), il cui nuovo album The Land That Time Forgot abbiamo recensito di recente, si è presentato con un siparietto parlando del suo “pandemic bunker” nel quale era allestito il concerto. Dal disco ha proposto versioni molto belle di Nixonland, Willie and Nilie e Meet at The Roundabout (in questo caso seduto sul letto con una tazza di tè). Set esaltante, senza dubbio,
In programma c’era anche un Secret Set. Giocando sulle parole, ecco che sono comparse le Secret Sisters (foto 6) che dovevano essere a Londra per l’edizione 2019, poi la trasferta non andò in porto. Per questo la loro presenza, anche in remoto, è stata molto gradita. Hand Over My Heart, Nohwere Baby, He’s Fine, Heal in the Sky sono alcuni dei brani proposti con il loro consueto stile basato sulle armonie vocali, una caratteristica che ha dato loro il giusto riconoscimento di critica e pubblico.
Michele Manzotti
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