(Auand / Goodfellas)
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Ammettiamo di affrontare con un po’ di ritardo questo lavoro, ma diamo a esso il grande merito di presentarsi come un lavoro differenti da tante (pur ottime) incisioni di jazz nel nostro paese. Intanto per la formazione che propone strumenti che gravitano nel registro basso. I tre fiati sono Dan Kinzelman al sax tenore e al clarinetto basso, Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti alla tuba e al’euphonium, oltre a Gabrio Baldacci e Joe Rehmer al basso e Stefano Tamborrino alla batteria. In pratica il doppio di elementi rispetto all’esperienza Hobby Horse (Kinzelmann-Rehmer-Tamborrino) Poi per la solidità del gruppo stesso, anche se sono musicisti impegnati in altri progetti. Quindi per le composizioni dove il gusto delle armonie e delle dinamiche presenta atmosfere di grande fascino, quasi epiche a partire dalle prime tracce (Trojan firmata da Kinzelmann e Il Bisonte di Rehmer). Una caratteristica che si estende a brani dove il ritmo si fa più incalzante (Hydraulic Empire e Dancing Rabbit), mentre il trattamento melodico è particolarmente efficace in Forest for the Trees. Un disco di grande interesse, pieno di idee e di talento strumentale che i jazzofili possono tenere in debita considerazione.
Michele Manzotti
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