(GT Music/JM Distribution)
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Erano gli anni ’70, quando un musicista leccese, più precisamente il tastierista e hammondista Giuseppe “Julius” Chiriatti, calcava con varie formazioni i palchi del Salento. Tra il 1978 e il 1981 Julius compose i brani necessari per formare un vero e proprio concept album, ma i Forum, la principale band di cui faceva parte in quel periodo, dal 1976 aveva abbandonato il progressive a favore di un repertorio jazz/rock, e ritennero di non cimentarsi nell’esecuzione di questo progetto. Giuseppe Chiriatti divenne poi un affermato avvocato, ed i master originali delle sue canzoni rimasero in un cassetto per ben 35 anni, quando sua figlia maggiore Bianca, giornalista musicale con la passione del canto, li ritrovò convincendo suo padre a perfezionare e concludere un’opera che meritava la pubblicazione. È così che vede la luce Cut The Tongue, contenente ben diciotto tracce, solo una delle quali, quella che dà il titolo all’album, composta nel 2019, su liriche redatte però all’epoca. Il protagonista del concept è “Boy”, un ragazzo che si sente prigioniero di una vita senza senso ma che, superando le false illusioni palesategli da un profeta, riuscirà alla fine a trovare il significato della sua esistenza. Alla realizzazione del progetto Cut The Tongue hanno lavorato due squadre, una al nord, guidata dal tastierista Paolo Dolfini, ex Jumbo, mentre al sud le operazioni sono state ovviamente dirette dallo stesso Julius, alle tastiere, hammond e voce solista in The Fog e Wood On The Sand e dalla figlia Bianca “Berry”, che interpreta la voce solista del protagonista del concept. Citazione doverosa quindi per i musicisti coinvolti. La sezione ritmica è composta da Marco Croci, ex Maxophone, al basso e voce solista in Speed Kings, e Filippo Dolfini alla batteria, Dario Guidotti, ex Jumbo e Cacao, al flauto e voce solista in You Need a Prophet, Daniele Bianchini anche lui ex Jumbo e Flavio Scansani alle chitarre, per quanto riguarda la squadra del nord. In Salento, oltre ai citati Julius e Bianca, hanno collaborato Francesco Marra e Mario Manfreda alle chitarre, Egidio Presicce al sax e Martina Chiratti, sorella di Bianca, che interpreta il ruolo del Profeta. Non manca un celebre ospite internazionale, Richard Sinclair, ex, tra gli altri, di Caravan e Camel, alla voce solista nel brano che da il titolo all’album. Cut The Tongue è registrato con estrema professionalità e suonato con maestria facendo uso anche di strumenti vintage, come un organo Hammond A122 (1964), un Fender Jazz Bass (1966), due Gibson Les Paul (1968, 1972), un Minimoog model D (1976) e un basso Rickenbacker 4001 (1975), solo per citare i principali. La scelta di utilizzare molti musicisti che hanno vissuto ad alto livello il periodo d’oro del progressive, è sicuramente vincente. Le composizioni, di cui quattro strumentali, sono tutte di alto livello e per spirito, sonorità e atmosfere fanno ovviamente riferimento alle sonorità tipiche del progressive, sempre apprezzate dagli appassionati di questo intramontabile genere.
Stefano Tognoni
Tracce
The Fog
In The Room
You Need A Prophet
Mask And Money
Welcome To The Meat Grinder
Speed Kings
Clouds Pt. 1
Clouds Pt. 2
Cut The Tongue
The Swan
Island
We Know We Are Two
I See The Sea
Glimmers
Castaway
Wood On The Sand
Wandering
Desert Way
Tagged jazz-rock, Julius Project