(Esibirsi / Isola Tobia Label)
Pagina Facebook Porfirio Rubirosa
Giovanni Albanese alias Porfirio Rubirosa torna con un nuovo lavoro eccentrico, come sempre fuori dai canoni . A cominciare dalla copertina, che ricorda la pelle di una bibbia o di un messale, si intuisce che ci troviamo davanti ad un insolito lavoro, ricco di elementi dadaisti e di quel surrealismo che il suo teatro-canzone ci ha abituato in questi anni. Si comincia con le sonorità ska-reggae di “Tolomeo, perché sei morto?” ( “Tolomeo, Tolomeo, qui la vita è dura, per salvarsi ci vorrebbe una nuova abiura, Giordano Bruno tifavamo, con la maglia della Lazio, eliocentrismo è la scommessa, di chi non c’ha capito un cazzo, che poi le cose vanno dette, un po’ per tutti sono i mali, tanto volevan Galileo, che si accontentano di Ghali”), l’inconfondibile voce di Sir Oliver Skardy introduce “Il giardino dell’Eden” (“Il fatto è che non c’è speranza alcuna, di una salvezza per gli esseri umani, se poi finiamo per cantare pure, della merda dei cani, della spazzatura…) una ballata polemica contro certe mode, anche qui con ritmi in levare. Ci spostiamo verso sapori latini con “Sacramento” ( “Al parroco che mi ha fermato per chiedermi l’otto per mille, ho risposto ma certo che si, se serve faccio il chierichetto, la tunica me la metto, un Domenico Savio perfetto tutto per te”) dove l’ironia la fa da padrona, il rock’n'roll de “La ricetta contro il male” (“Per fortuna il mondo occidentale, ha la sua ricetta contro il male, la fiaccolata, tutta quanta la cittadinanza invitata, i partecipanti non siano troppo in pena, saranno a casa per cena”) è una critica sulla fobia da stranieri, efficaci i giochi di parole nella successiva “La confusione” (“Confondiamo l’arte con la moda, Il Dalai Lama confondiamo con il maestro Yoda, Confondiamo il gel con la brillantina, confondiamo il Comunismo con la Cina, confondiamo la furbizia con l’intelligenza, confondiamo il coronavirus con l’influenza”), il country di “Diluvio universale” cita Dylan di Hard Rain’s e altri personaggi (“è una lunga , lunga, pioggia che cadrà , chi sa quando il cielo si aprirà, io non credo in Dio, ma credo invece nella Chiesa, nella sua capacità di fare sempre impresa”), “Una giornata di sole” (“Ma le nostre vite sono incroci solo per un po’, qui dal posto finestrino a guardarci dall’oblò, cercarsi e giocare dal primo mattino, è la nostra risata in faccia al destino, sedersi a guardare la gente passare, non aver bisogno di stare a parlare”) ci porta in un’atmosfera dolce da ballad con riferimento a Piero Ciampi, si ritorna a ritmi più veloci con l’analisi sociale di ” Lazzaro ed Epulone” per passare alla favoletta de ” L’omino biscottino”, una critica feroce ai carnivori. Una intro arabeggiante apre ” A tua immagine e somiglianza” ( “Sono stato Cristo, Bruno, Galilei e Copernico, il mistico, lo stoico, l’ateo, l’agnostico, umanista specista, pratico pragmatista, mille anni di vuoto per fare da apripista al ritorno dei positivi e al progresso, all’uomo futurista spinto all’eccesso, con il materialismo e le sue sovrastrutture, i soggetti economici e le loro brutture… Lotta di classe delle masse e speranze pilotate da chi le mani come me non se l’è mai sporcate, e poi razza, nazione, nuovi miti in erezione, l’uomo forte al comando con l’imposizione, fino al democratico benessere diffuso , l’affermazione di un nuovo uomo: L’illuso”) scritta con Ermanno Menegazzo, ricchissima di citazioni interessanti, compreso il Gaber de ” Io se fossi Dio”. Siamo quasi al termine quando arriva “Il giudizio universale” ( “Siam tutti defunti, in pratica già estinti e non ci salveranno Cristo , la Madonna e tutti i santi, ci raccontiamo la bella bugia , che una speranza ancora ci sia e dopo i pesci , gli uccelli, ormai i prossimi in lista saremo noi e allora sai che vi dico, io mi faccio una media e scrivo pure questo su Wikipedia, Dio, è così fresca da fare invidia, si avete ragione, si dici Wikipidia”) sostenuta da chitarra e armonica , lasciando la chiusura a “Oggi non mi va” (“Mia nonna dice di passarla a salutare, ma oggi non mi va, sarò come una prefica al suo funerale, ma oggi non mi va, io lascerò tutto in beneficenza , quando infine Dio mi prenderà, per ora neanche un euro ai poveri per strada, che il domani chi lo sa”) un brano con una coda lunghissima registrato dal vivo. Rubirosa è uno che non le manda a dire, senza peli sulla lingua, non ha paura di risultare scomodo o poco simpatico e lo fa con una scrittura veramente originale, pungente, ironica, che affonda la sciabola verso la falsità umana, le mode attuali fatte di religioni o di movimenti. Un disco insolito, unico nel suo genere, che porta anche a varie riflessioni, quindi fatevi condurre in questo viaggio delirante da Capitan Porfirio e la sua ciurma di dadaisti.
Marco Sonaglia
Tracce
Tolomeo, perchè sei moto?
Il giardino dell’Eden (con Sir Oliver Skardy)
Sacramento
La ricetta contro il male
La confusione
Il diluvio universale
Una giornata di sole
Lazzaro ed Epulone
L’omino biscottino
A tua immagine e somiglianza (con Herman Medrano)
Giudizio universale
Oggi non mi va (con Prabhupada Desh Iskon, Vicenza live)
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