(MAMA Prod. Art.)
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Di Mafalda Minnozzi avevamo già parlato in occasione dell’album con il chitarrista newyorchese Paul Ricci. Stavolta la cantante italiana di base in Brasile allarga lo spettro sonoro in occasione di un omaggio agli straordinari compositori del paese sudamericano, Portraits in Bossa and Jazz è il sottotitolo dell’album, un termine (ritratti) corretto per descrivere le tracce, pensate per un omaggio agli autori che non fosse unicamente didascalico. Mafalda, al di là del lavoro fatto con le sue indubbie grandi qualità vocali, insieme allo stesso Ricci e ad altri musicisti scava a fondo tra le note evidenziandone l’anima jazz e la forza congiunta melodico-armonica. Ad affiancare la cantante e il chitarrista ci sono Art Hirahara, i bassisti Harvie S ed Essiet Okon Essiet e i batteristi-percussionisti Victor Jones, Rogerio Boccato e Will Calhoun. Un’antologia riletta in portoghese, ma anche in inglese e in italiano grazie al lavoro di Sergio Bardotti (l’edizione De Luxe contiene anche Città vuota e Nessuno al mondo). Mafalda Minnozzi spazia da momenti prevalentemente lirici (Dindi di Jobim e Morros Dois Irmãos di Chico Buarque con una splendida intro di basso) ad altri dove prevale il virtuosismo (A Felicidade/Consolaçao e Mocidade di Toninho Horta). Ci piacciono tanto anche scelte come la classicissima Samba de Bençao e Jogral dell’immenso Djavan. Un’antologia del cuore per una voce che in Italia dovrebbe essere conosciuta e valorizzata come merita.
Michele Manzotti
Tagged Bossa nova, jazz, Mafalda Minnozzi, Paul Ricci