(Vrec / Audioglobe)
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L’eclettico cantautore Von Datty, personaggio singolare e trascinante, torna con un nuovo lavoro. Dieci tracce corrosive che ci raccontano molto bene la nostra realtà, chi la popola e i suoi incubi. Gli onori di casa toccano a Lucio Leoni, infatti è sua la voce narrante di “Intro” che lascia spazio all’esplosione di mellotron suonato da Von Datty , alle chitarre elettriche di Gabriele Proietti e la tromba di Alessio Guzzon in ” Gli aspetti generali ” (“E voglio vivere per sempre come fanno le opere, io voglio scendere sul fondo, rialzarmi a mani nude sopra montagne di parole, canterò quello che resta di me”). Si passa subito al Funky serrato di “Spleen” (“Sono anni così famelici che li sento addosso, io non ho mai tempo, io non ho mai tempo”) con un bell’innesto di cori e la chitarra elettrica che detta il ritmo. “Maledetti giorni ” (“Sono giorni che avanzano lenti, da toccare coi guanti, sono tempi lunghi e dilatati, attimi che si nutrono di pensieri, ansie intense improvvise, futili desideri”) ospita Roberto Dellera alla voce, un brano che tra parti recitate ed archi sintetici ricorda certe atmosfere di Gainsbourg. “Latte ” (“Irresistibile voglia di seduzione, che non lascia scampo a nulla, a parte mera vanità, l’impeto soffocato di una rivoluzione, qalcosa che si muove, un gioco di società, ma è l’ultima forma di canzone civile e si scrive su una pelle bianca bianca come il latte da mordere, da stringere sperando che non sia un ‘occasione mancata..”) ha un vestito pop con il sax baritono di Luca Padellaro, il basso ipnotico di Francesco Aliotta, e ancora la voce di Leoni e il Mellotron. “Hanno bendato il mio cuore ” ( “Hanno bendato il mio cuore, c’era un silenzio assordante lì fuori e hanno venduto l’amore al peso, di fame ce n’era già, hanno battuto un muro, per dare voce a chi non parlava, senza il bisogno di chiedere mai, un grammo di qualità”) è uno dei pezzi migliori del disco, un tango storto e sporco, con una chitarra elettrica desertica in odore di Tex Mex e la voce sensuale di Lara Martelli che si unisce a Von Datty per cantare le loro solitudini. ” Nervi” (“Il costume che indosso, mi sta stretto da un po, ma io in questa commedia dell’arte, no non mi sento ridicolo, questo è il mio teatro pulp e ho dovuto serrare i mie nervi, è il mio teatro della crudeltà, le parole i miei movimenti”) è un altro Funk pieno di groove, dove emerge un clavinet a donare ulteriore acidità. ” Due animali feroci ” ( ” E quell’ombra che ami indossare, che sembra esaltare ogni tua nudità, che cade sovente dentro un abbraccio che ora ti veste di semplicità”) invece è un blues demoniaco sostenuto da due organi ossessivi e dalle chitarre elettriche. “Spy story” (“Sono i dettagli di una fotografia, sono i secondi preziosi perduti nel susseguirsi dei fatti accaduti sotto pressione con la dovuta attenzione, perché le cose di cui saprà accorgersi, sono le prime che poi andranno a fottersi”) ha le giuste tinte noir, con i possenti cori di Mellotron, l’ottimo drumming di Vieri Baiocchi che dialoga con le chitarre di Giorgio Baldi e Proietti. “Nemico pubblico” è una carrellata di tematiche trattate nelle precedenti canzoni, che qui prendono vita e si scontrano con l’autore attraverso i continui cambi di tempo, il tutto in un’atmosfera scura da pub dove alcool e fumo ci rievocano personaggi come Buscaglione, Andrea G, Pinketts e Scerbanenco. Ci pensa Dj Myke con il suo hip pop, a chiudere il disco remixando il brano “Maledetti giorni”. Von Datty ha fatto un lavoro bello e attuale, a tratti disperato e a tratti fortemente vivo, giocato tra arrangiamenti scoppiettanti e una scrittura sempre incisiva, tagliente, che scarica pallottole di verità. Fatevi contagiare da questo nemico pubblico, saprà farvi compagnia nei vostri incubi interiori.
Marco Sonaglia
Tracce
Intro (con Lucio Leoni)
Gli aspetti generali
Spleen
Maledetti giorni (con Dellera)
Latte
Hanno bendato il mio cuore (con Lara Martelli)
Nervi
Due animali feroci
Spystory
Nemico pubblico
Maledetti giorni (con Myke Remix)
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