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Rita Maria Luís Figueiredo Mário Franco – Círculo
Iniziamo questo nostro viaggio nell’etichetta portoghese Roda di base a Coimbra con un trio voce-pianoforte-contrabbasso .E’ un progetto molto legato allo stesso nome del disco (che è anche quello del brano di apertura), ovvero una circolazione di idee che non presuppone la presenza di un leader. Si passa da sonorità acustiche a elettriche con momenti di grande valenza melodica (Fim de Agosto, The Road is My Mistress) a sperimentazioni sonore (En Passion, A Ignorância) per un disco molto interessante anche per le variazioni timbriche scelte dai musicisti.
Rita Maria & Filipe Raposo – The Art of Song vol. 1: When Baroque meets Jazz
Ritroviamo la cantante in un progetto diverso, stavolta in coppia con il pianista Filipe Raposo. Non è la prima volta che la classica incontra il jazz, e lo fa in un modo essenziale in duo da camera che potrebbe essere messo nei cartelloni dei due generi senza problemi. Bach, Purcell, Corelli, Rameau coabitano con composizioni originali (come Cai o sol vermelho e Dança ao Soul) che restano nello spirito del repertorio. Tra i momenti migliori il tema e variazioni sulla Follia di Corelli e il Dido’s Lament da Purcell.
Lara Lima & Luís Fugueiredo – Pranava
Quattro brani per voce recitante e pianoforte caratterizzano un disco basato sulla spiritualità indiana (Brahma, Vishnu, Shiva, Sadhana) che ha bisogno di una conoscenza della lingua portoghese per essere apprezzato al meglio. Un momento musicale nato come meditazione del nostro tempo con la ricerca conseguente di momenti interiori. Il lavoro di Fuguereido punta molto sull’improvvisazione nel rapporto con la voce, presentandosi da solo nell’ultima traccia.
Kintsugi – João Mortágua & Luís Figueiredo
Anche qui i’ispirazione viene da Oriente, più precisamente dal Giappone: La parola Kintsugi descrive la riparazione della porcellana. Una modo di operare, in parte evocato dalle cellule melodiche che rappresentano le fasi del dialogo tra il sax e il pianoforte. L’atmosfera a volte ricorda a volte quella della musica colta del secondo Novecento con una prassi dadaista più che atonale (l’iniziale Stream I e Bong Ban), mentre più avanti nelle tracce i musicisti si misurano con sonorità elettriche (Floor, Stream VI, Journey). Ottima Liquid Song nell’equilibrio tra momenti lirici e quelli più energici ritmicamente.
A deriva – Luís Figueiredo
Concludiamo con un disco di piano solo di Figueiredo, una sfida importante per ogni solista. Le sei tracce mostrano una base classica solida (si ascolti il contrappunto presente in Remoinho e nella drammatica e virtuosistica Angst) e una bella vocazione melodica (i tre brani dal titolo Memoria, specialmente il secondo). Un buon punto di partenza verso prossime incisioni, speriamo meno influenzate dal fantasma di Keith Jarrett in vari momenti.
Michele Manzotti
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