(Rumble Beat Records / Sony)
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La storia musicale ed umana dei Gang è una storia fatta di coerenza, da oltre trent’anni anni la band dei fratelli Severini non ha mai abbassato la testa, ha sempre continuato la propria strada a muso duro. Non è da meno il pubblico, che ama questo gruppo senza mezzi termini ed anche questa volta ben 1611 persone hanno raccolto l’invito a sostenere il Crowdfunding per ” Ritorno al fuoco”, il nuovo disco di inediti, ennesimo album di alto livello dopo “Sangue e Cenere” e “Calibro 77 “. Dieci nuove tracce , più la degregoriana “A Pà ” (che spesso hanno proposto dal vivo in versione acustica). E come tradizione che si rispetti anche questa volta troviamo quegli elementi che caratterizzano i lavori dei Gang. Dal punto di vista musicale la produzione è affidata all’ormai consolidato Jono Manson che schiera i migliori musicisti americani a partire dalla leggenda di Jason Crosby con un sound caldo tra tappeti di Hammond, chitarre elettriche, mandolini, fiati e strumenti etnici più ricercati. Naturalmente si parla di banditi con “La banda Bellini” (“Il mucchio selvaggio, compagni di strada, i figli del maggio”) caratterizzata da quel ritornello di morriconiana memoria, c’è la rumba per Mimmo Lucano in “Un treno per Riace”, i sapori tex mex per l’uruguay di “El Pepe” (“Tutta la terra diventa un sogno, quando alza il pugno sopra il grano”) e le atmosfere western in ” Dago” (“Pane nostro è sempre pane amaro, e straniero è il nostro nome, ci han legato alla catena con l’inganno ed il terrore”), una storia di sangue nella New Orleans del 1891. Si parteggia per l’utopia nel Nord-est della Siria con ” Rojava libero ” (“Sangue del mio sangue, sangue di Guernica, sangue del Rojava, la casa che va in fiamme, il pianto delle donne, il fiore sulla spada”) e “Azadi” ( “Forte il tamburo batte e ride il cuore, diventa fuoco il sangue nelle vene e l’aria è una tempesta di colori, stretti alla vita danzano i guerrieri”) , il grido che invade le strade del Kashmir. C’è spazio anche per l’amore e per la dolcezza in ” Amami, se hai il coraggio” e “A volte”. Abbiamo lasciato alla fine due gemme importanti: si parla di solitudine e indifferenza in ” Via Modesta Valenti”, dove viene raccontata la storia di questa anziana senza dimora, morta nella stazione di Roma con un testo intriso di riferimenti alla passione di Cristo (“Via Modesta Valenti c’è un altare di neve, ci sono corone di spine, c’è un silenzio feroce… E c’è una promessa alla fine del mondo, le stesse parole da croce a croce pronunciate al tramonto”), di lavoro e disagio in “Concetta” ( “E allora stamattina Concetta si dà fuoco, perchè Concetta stamattina non vuol morire più… E il fuoco quando torna, il fuoco è la risposta, il fuoco è viva voce, grido di rivolta”) la donna che nell’estate del 2017 si diede fuoco nell’ufficio dell’Inps esasperata dalla lunga burocrazia nel ricevere l’indennità di disoccupazione. I Gang in questo nuovo lavoro hanno fotografato chirurgicamente la nostra realtà e amano raccontarci le loro storie con quella maniera squisitamente popolare che unisce l’umanesimo di razza contadina dei fratelli Cervi alla cultura e ai linguaggi innovativi dei Pasolini e dei Pazienza. Bentornati e lunga vita a Marino e Sandro, perchè la lotta continua..
Marco Sonaglia
Tracce
La banda Bellini
Via Modesta Valenti
Rojava libero
Amami, se hai il coraggio
Un treno per Riace
A volte
El Pepe
Concetta
Dago
A Pà
Azadi