(Squilibri)
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A tre anni di distanza da Canti, ballate e ipocondrie d’ammore (Targa Tenco come miglior album in dialetto), Canio Loguercio torna con un progetto nuovo. Dieci brani, tra pezzi originali e riproposte, di un lavoro che nelle intenzioni vuole essere intimo e nostalgico, ma che al tempo stesso è pieno di ospiti. Tra questi una schiera importante di voci femminili tra cui Sara Jane Ceccarelli, Monica Demuru, Flo, Brunella Selo e la cantante-violoncellista Giovanna Famulari. Ma anche una bella rappresentanza della Banda Ikona con Stefano Saletti e Barbara Eramo. Le canzoni sono in parte ripescate negli scaffali della memoria o composte per l’occasione, tutte dedicate a descrivere il mondo interiore di Loguercio che in alcuni momenti non rinuncia alla lingua napoletana, sia nei brani scritti da lui stesso (la melodica Luntano Ammore e Core ’e plastica) sia nelle riproposte dei classici Core ’ngrato e Mia cara madre, rivisitazione in chiave etnica di Lacreme napulitane. Un disco con buone idee che sanno accarezzare al meglio l’ascoltatore.
Michele Manzotti
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