L’intitolazione dell’Auditorium a Ernesto de Pascale (Pressphoto)
da La Nazione Firenze, 20 agosto 2021
Quando riapre uno spazio per i concerti, bisogna essere felicissimi. Specialmente dopo il periodo più duro dell’emergenza sanitaria, quando gli spettacoli erano diventati un vago ricordo. Inoltre si tratta di uno spazio all’aperto che si unisce all’offerta estiva cittadina, dopo un periodo di chiusura dovuto alla necessità del suo adeguamento per gli spettacoli. Parliamo di un anfiteatro, quello delle Cascine, intitolato a Ernesto De Pascale, giornalista, conduttore radiofonico e produttore musicale scomparso nel 2011. Uno spazio a lui dedicato il 13 aprile 2017, presente la vice sindaca di allora Cristina Giachi. La ripresa dell’attività musicale a dieci anni dalla scomparsa di De Pascale potrebbe essere il giusto riconoscimento, anche se un po’ tardivo, alla sua figura riconosciuta in tutta Italia grazie anche agli anni di Rai Stereonotte. Usiamo il condizionale non a caso, perché il suo nome sembra scomparso da ogni comunicazione ufficiale. La denominazione estiva di Ultravox Arena è assolutamente legittima, anche per veicolare pubblico. Tra l’altro gli organizzatori che vi lavoreranno quest’anno, sono una garanzia per gli aspetti artistici. Ma proprio questo era uno dei desideri e degli obiettivi di De Pascale durante la sua vita: quello che la città fosse un polo di attrazione per la musica di qualità dopo l’esperienza importante degli anni Ottanta, quel «posto giusto al momento giusto» ricordato da Pier Vittorio Tondelli. Il non ricordarlo nella comunicazione (anche istituzionale, purtroppo), sembra una beffa che non riguarda solo una persona, ma un intero movimento culturale che ha portato idee e prodotto professionalità tutt’ora attive. Unire la denominazione ufficiale a quella estiva non dovrebbe essere un grande sforzo, e ci auguriamo che tutto questo sia stata una semplice (anche se antipatica) dimenticanza. Dieci anni fa ricordiamo che saltò un concerto dedicato a De Pascale voluto dal Comune. A maggior ragione, ricordarlo per il «suo» l’anfiteatro appare un dovere.
Michele Manzotti