Dall’organizzazione del MEi riceviamo e pubblichiamo
C’è stato un momento in cui tanti giovani musicisti, ma anche produzioni ed etichette indipendenti iniziavano a crescere. Erano anni in cui sembrava ci potesse essere spazio per tutti (o quasi), fino al miracolo Sanremo, là dove anche alcuni tra più piccoli sono riusciti ‘ad entrare’. Direttori artistici e gestori di club hanno assistito a un via vai di talenti eccezionali, sbarcati poco dopo anche nelle cosiddette radio di grande flusso. Da nord a sud era il tempo del ‘fermento’, un fermento di fronte al quale sembrava fossero tutti più ricettivi. Poi con la pandemia la battuta d’arresto. Giordano Sangiorgi, l’organizzatore del MEI (Meeting delle etichette indipendenti), scrive una lettera aperta, in cui denuncia e fotografa la morte della filiera della musica indipendente ed emergente.
Nell’indifferenza generale sta chiudendo tutta la filiera dell’innovazione e dello scouting della nuova musica italiana fuori dai circuiti multinazionali del digitale, disco e live, una gravissima perdita culturale per il nostro paese. Serve un intervento urgente un Paese che ha portato una band indipendente nata al Mei di Faenza in tutto il mondo rilanciando musicalmente l’Italia ai vertici mondiali lo merita sicuramente”. Ma c’è di più, l’organizzatore del MEI, mette in evidenza come la scena underground non rientri in alcun modo in questa fase “di ripresa al 40% al massimo delle realtà”. Eppure il lavoro di scouting culturale per l’innovazione musicale dell’Italia è in mano ai più piccoli e allora la domanda nasce spontanea: “che ne sarà di loro se non si interviene immediatamente e con urgenza?”. “Esclusi i festival coi fondi ministeriali e l’impegno meritorio di alcuni artisti, agenzie e festival medi e piccoli a proseguire con grande sacrificio e passione, per il resto è ancora stop generale”.
Cosa fare? “Prima di tutto (e subito) che la formula di accesso agli eventi con il Green Pass apra dal 6 agosto la possibilità di fare il pieno di pubblico in regola con le norme anti-Covid eliminando così il distanziamento, perché sostanzialmente tutti i luoghi legati al circuito indipendente ed emergente in cui si poteva suonare, tranne rarissimi casi, sono spariti e disciolti nel nulla, purtroppo. E si dia loro un forte supporto economico per le spese di messa a norma a tutela della sicurezza e salute della comunità, anche attraverso fondi che arrivino dai circuiti regionali: un costo che un organizzatore medio e piccolo non può sostenere pena la cancellazione di ogni attività. Dall’altro proseguire fino a fine anno con i ristori per le imprese, gli indennizzi per i lavoratori e i bonus per gli autori e artisti, senza discriminazioni verso i più piccoli, e si facilitino gli sgravi per le opere discografiche e i videoclip, rilanciando da subito con nuovi fondi, sostenere chi sta lavorando per gli eventi nelle piazze estive e aprire un nuovo bando per i progetti dell’autunno 2021, in modo che tutta la filiera possa lavorare insieme sui temi dell’innovazione digitale. Inoltre, è indispensabile che i fondi ministeriali per autori ed editori, artisti interpreti ed esecutori, festival e contest, arrivino a tutti i protagonisti della scena musicale, senza lasciare indietro nessuno, in particolar modo gli esordienti e gli emergenti perché sono ad avvio di carriera. Le realtà esordienti sono quelle che meritano maggior supporto perché a forte rischio di chiusura. Anche i festival e i contest per emergenti, capaci di innovare la tradizione della nostra musica con il loro impegno e passione, dopo un anno e mezzo durissimo, meritano di vedere riconosciuto il loro lavoro attraverso sostegni di rilievo, per non perdere tutta la filiera della nuova musica del nostro Paese. Infine, ultimo ma non ultimo, dare spazio ai rappresentanti delle realtà indipendenti ed emergenti all’interno di tavoli di lavoro per lo sviluppo dell’attività all’estero, per coordinare una rete di festival per contest ed emergenti, per la crescita di una filiera costantemente collaborativa con maggiori spazi nel servizio pubblico radiotelevisivo, che oggi vede programmato solo il 20% della musica indipendente prodotta. Infine, è necessario inserire la musica e lo spettacolo dal vivo nel PNRR (Piano nazionale ripresa resilienza) e fare dei piani di investimenti che riqualifichino tutti gli spazi dal vivo e se ne realizzino di nuovi dove non sono presenti, si qualifichino tutte le strutture tecniche e gli impianti audio e luci”.
“Bisogna realizzare binomi vincenti tra musica e innovazione digitale e tra turismo, musica e spettacolo valorizzando e qualificando le aree più belle e al contempo quelle più periferiche del nostro Paese e tanti altri progetti che riportino al centro uno dei motori dell’identità del nostro Paese: la musica, che grazie a una rock band indipendente, i Måneskin, che ha mosso i suoi primi passi al Meeting delle Etichette Indipendenti nel 2016 a Faenza, dopo avere vinto un contest studentesco romano del circuito della Rete dei Festival, ha portato la nostra musica e il nostro Paese in tutto il mondo, rilanciando l’Italia in ambito musicale e portandolo ai vertici in tutto il mondo. La musica popolare contemporanea non può restare la Cenerentola del nostro paese”
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