(Vrec / Audioglobe)
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Si canta l’amore nel nuovo disco di Maela Chiappini, che lo fa attraverso tutte le sue sfumature grazie a dieci canzoni scritte interamente da Lorenzo Del Pero, uno dei cantautori italiani più interessanti di questi anni. L’arpeggio di chitarra acustica apre “La voce di sirena” (“Accoglimi, non mi rispingere, abbracciami, non mi costringere”) che lascia spazio alle parole forti di “Scriver di te” ( “E ti ho odiato soltanto perchè già vedevo il mio ventre sprecato e concederlo a te”). Di respiro più sinfonico è “Lettera a un padre” ( “Ma ti grido con forza che non sono malata, sono solo felice di amare ed essere amata”) un’amore sbagliato per la falsa morale cattolica-borghese che si interseca con l’atmosfera spagnoleggiante di “Per sentirsi meno sola” (“Una bandiera al vento, mi muovo tra l’ortica, solitudine e lamento, nuda a sanguinar fatica”). Dal sapore retrò è “Com’è facile morir d’amore” (“Ormai ho concepito un futuro sbiadito, è scontato, del resto, che volerò presto nel vento”) con virtuosismi di chitarra classica che diventano di chitarra acustica in “La canzone della donna pentita” (“Perdonami se non so stare da sola, perdonami un morso mi stringe la gola”) arricchita da un tappeto di tastiere e percussioni. “Occhi stanchi” (“I miei occhi dannati troppo hanno già visto dell’animale umano, ogni povero cristo che mi ha teso la mano”) è una ballad dylaniana ricamata dalla fisarmonica che passa il testimone alla più scura “Non curarti di me” (“Ti ho donato le chiavi del mio giovane scrigno, mi hai legato le ali nel mio canto del cigno, ti ho concesso il potere di non farmi volare, mi hai lasciato da sola condannata a strisciare”). I ritmi più ossessivi di “Ti insegno l’amore (” Possa la mia voce rischiarare il giorno con un canto, siano le mie lacrime bevanda per il tuo cuore affranto”) che apre molto bene nel ritornello, portano all’amara riflessione finale con “Tu dimmi che mi amerai” (“Tu dimmi che mi amerai , si farà freddo il mio ventre, appassirà la bellezza, ho solo questa certezza”). Del Pero guida Maela in questo viaggio di dolore, di cuori infranti, di passione e anche di speranza. Maela è l’interprete perfetta a far sanguinare le ferite, con la sua voce calda, ruvida, appassionata, con una cifra stilistica che in alcuni momenti ricorda la solitudine di Mia Martini. Un disco crudo (dove il nero domina sul rosso), un disco coraggioso.
Marco Sonaglia
Tracce
Una voce di sirena
Scriver di te
Lettera a un padre
Per sentirmi meno sola
Com’è facile morir d’amore
La canzone della donna pentita
Occhi stanchi
Non curarti di me
Ti insegno l’amore
Tu dimmi che mi amerai
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