(Ear Music)
www.robbenford.com
www.facebook.com/RobbenFordOfficial
Professionista da oltre 50 anni, Robben Ford iniziò la sua carriera di chitarrista nel 1969 nelle fila della Charles Ford Blues Band, con il padre Charles ed i fratelli Mark e Patrick. Giunto alla soglia dei 70 anni, li compirà il 16 dicembre, Robben ha recentemente pubblicato Pure, un album interamente strumentale, il primo da Tiger, uscito nel 1997. Una lista completa delle sue collaborazioni è pressoché impossibile da stilare, ma vale la pena ricordarne alcune: Miles Davis, Jimmy Witherspoon, George Harrison, Joni Mitchell, gli Yellowjackets, Charlie Musselwhite, Michael McDonald, John Mayall, Bob Dylan, i Little Feat e decine di altri, persino i Kiss e, in Italia, Rudy Rotta, per dare un’idea della sua versatilità. L’inconfondibile stile chitarristico di Robben Ford, paga pesantemente pegno al jazz ma ha radici profonde nel blues ed è contaminano con il rock e il R&B. Per molti anni il suo nome è stato accostato alla Fender Esprit, modello più vicino alla concorrente Gibson che alle sorelle di casa Fender, dalla quale è derivata la Fender Esprit Ultra Robben Ford Signature, a lui dedicata. Sulla copertina di Pure, invece, ed in molte recenti esibizioni live, è protagonista una Fender Telecaster, a rappresentare un ritorno alle origini. Complice la situazione generata dal covid, Robben Ford ha lavorato a Pure in modo anomalo, rispetto alle sue abitudini. Nel corso della sua carriera ha sempre preferito chiudersi in una grande sala e registrare direttamente con tutti i suoi fidati musicisti. Questa volta, al contrario, ha registrato tutte le parti essenziali coadiuvato dall’ingegnere del suono e co-produttore Casey Wasner, inserendo basso e batteria in un secondo momento. Le parti di batteria sono state affidate a tre “big” come Nate Smith, Toss Panos e Shannon Forrest. Pure è un album impeccabile sotto ogni punto di vista, suonato e registrato magistralmente, dove nelle nove tracce inedite emergono tutte le peculiarità chitarristiche dell’autore e le sue contaminazioni, ma nella sua perfezione ha forse anche l’unica veniale debolezza. La sensazione avvertita a fine ascolto è simile a quella provata dopo una cena in un ristorante di classe, da riservare per occasioni particolari, dove ogni portata è curata in modo maniacale e gli accostamenti dei prelibati vini, scelti con cura, trovando normalmente, tuttavia, maggior soddisfazione in location più ruspanti ma capaci di trasmettere emozioni più intense.
Stefano Tognoni
Tracce
Pure (Prelude)
White Rock Beer8 cents
Balafon
Milam Palmo
Go
Blues For Lonnie Johnson
A Dragons Tail
Pure
If You Want Me To
Tagged blues, Robben Ford