(L'amor mio non muore dischi)
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Giacomo Toni a quattro anni da “Nafta” torna con la sua terza creatura discografica. Dieci tracce che racchiudono tutto l’universo di questo cantautore ironico e sognante, con la produzione di “Don” Antonio Gramentieri (Sacri Cuori). Un pizzicato di archi apre “Gianni” ( “C’era un pilota del Brasile che correva nella formula uno e ci ascoltava dietro al fumo, poi si innamorò di un fiume e non lo vide più nessuno”) con un andamento delicato, quasi cullante. “Sarà” (“Sarà che passa il tempo e non lo sapevo, sarà che non voglio avere nostalgia”) ha un ritmo più sostenuto, con un’atmosfera swing sporcata dalle chitarre elettriche e i cori stile anni sessanta. Si continua con un bel gioiellino “Se proprio devo” ( “Se proprio devo innamorarmi che sia delle puttane, se proprio devo comandare che sia con la voce di un cane, se proprio devo morire che sia in un campo di pallone”) con il pianoforte in primo piano e una batteria molto leggera. “Sexy smog” ( “è a te che io darò atti privati e preghiere funzionanti a livello tecnico e insisterò sui miei errori” ) intreccia chitarra acustica ed elettrica, con sfumature di elettronica e cori finali. “Mogli ingrate” (“Non ci resta che continuare a fare a botte con le bambine spettinate, coi ragazzi mal vestiti e con le nostre mogli ingrate”) è un rock leggero dal sapore retrò. Atmosfera alla Capossela per “Gli autobus ” ( “E se c’è una vestaglia di pizzo appesa ad un filo, se c’è una goccia che bagna la terra del suo giardino e se c’è un fiore che è nato dal ferro della ferrovia, sono io che chiedo il permesso di dirle che è mia”) con la chitarra elettrica che echeggia il rumore delle rotaie. “Mah” ( “Mah forse è solo vanità, tra tutti i miei libracci e i paroloni, prenditi le tue libertà, mah non mi rompere i coglioni”) ha echi tex mex che sfociano nel blues. “Tutto mi fa ridere” (“ I camion buttano sotto la gente simpatica, è per questo che mi hai visto andare da solo, ma non ho versato una lacrima, perchè tutto mi fa ridere”) è più serrata con un synth quasi hammond e una serie di immagini veramente originali. “Qualcosa di povero” ( “Ti darei qualcosa di povero, sarei come quel saldatore taciturno, che afferrata la maschera si lanciava contro una luce nuvolosa”) gioca bene con il pianoforte e il contrabbasso. Chiude il disco “Buongiorno” (“Mettiti un vestito rosso, vIenimi a trovare adesso, perchè sento addosso un vento nuovo, di piacere e di dolori, di insulti e di fiori, di altre storie minori”) una specie di spiritual polveroso tra arpeggi di chitarra elettrica e passagi di slide. Un lavoro che ci conferma le interessanti qualità di Giacomo Toni che uniscono una scrittura originale e brillante a degli arrangiamenti sempre centrati dove il jazz si incontra con il punk in un concentrato di vari colori. Ballate di ferro pungenti, fantasiose, pulsanti.
Marco Sonaglia
Tracce
Gianni
Sarà
Se proprio devo
Sexy smog
Mogli ingrate
Gli autobus
Mah
Tutto mi fa ridere
Qualcosa di povero
Buongiorno
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