(Fragile Dischi)
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Erano gli anni novanta quando Luca Milani forma i File un trio grunge, con lo sguardo rivolto a quella scena musicale dove il rock’n’roll era diventato più sfilacciato, sfrontato. Il gruppo ha avuto un suo seguito nel panorama italiano fino al giorno in cui, causa un intralcio, Luca Milani decide di cambiare abito, perché crescendo la vita ti offre altre aspettative, matrimonio, figli, lavoro, impegni vari, che vanno ad oscurare le anarchiche pulsazioni giovanili. Ecco dunque che non più solo dalla chitarra elettrica estrae la sua sostanza musicale, ma con estensione anche da quella acustica, spesso accompagnandosi con l’armonica, in un percorso dove le tematiche sono meditazioni del quotidiano. Il sempre apprezzato libretto interno riporta tutti i testi autografi. Non si pensi però di ascoltarlo qui ammorbidito nello stile, è più intimista certo, gli arrangiamenti sono più curati, ma dell’altra vita artistica si è portato appresso, adattandoli al suo humus di oggi, certe ambientazioni noir, già palesi nella foto di copertina di una confezione digipack che, una volta aperta, c’è un suo tratto distintivo, specialmente per i concerti, un bel cappello tondo, un vezzo o una sorta di coperta di Linus. Per il disco ha chiamato un combo di musicisti/amici, Fidel Fogaroli, il tastierista di tanti, Giacomo Comincini, batterista e già accompagnatore di Luca Milani coi Glorious Homeless, Evasio Muraro qui al basso e con una sua ragguardevole attività, prima come fondatore dei Settore Out, poi nei Groovers ed infine come solista, e Daniele Denti produttore e chitarrista. E’ un disco dove la centralità delle atmosfere elettroacustiche sono l’essenza. Luca Milani è perfettamente calato nel songwriter intenso, accorato, espressivo. Il disco inizia dal lato acustico, Dirty Hearts, con il refrain che invoglia a canticchiarlo, a seguire una più aperta conduzione elettrica riassunta nella traccia che intitola il disco. Mirabile è la ballata, This Night, dove il tocco di piano di Fidel Fogaroli ha una bellissima melodia ossessionante. Se mai Massimo Carlotto dovesse ascoltare, Empty Wound, con quel stregante passo elettrico ci metterebbe intorno una storia noir ad hoc, mentre quasi come un fantasma, a fianco del testo di, Dear Scott, c’è un volto di uomo con sigaretta, dovrebbe essere Scott Weinland, lo scomparso leader degli Stone Temple Pilots, a cui Luca Milani rende un sentito omaggio. Se il lato completamente solitario lo si può riassumere in, Boys Still Burn e in, Voices Inside, dove soffia anche nell’armonica, la traccia di chiusura, Fixed Heart, è un po’ lo specchio dell’artista Luca Milani di oggi, voce e chitarra acustica, e di ieri, con quell’efficace scuro suono di chitarra elettrica per mano di Daniele Denti. Un bel passo discografico nel panorama italiano odierno.
Silvano Brambilla
Tracce
Dirty Hearts
Warriors Grow Up And Die
This Night
Empty Wound
Boys Still Burn
Dear Scott
Voices Inside
Sorry Mom
Inside My Bones
Fixed Heart
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