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Un successo straordinario di pubblico. La scelta di una data a Budapest in un tour che toccava varie città tedesche si è rivelata azzeccata per i Dead South. Il gruppo di Regina (Saskatchewan, Canada) ha dimostrato di avere un gran seguito in terra ungherese, e non solo per In Hell I’ll Be in Good Company, il cui video è diventato virale. Il pubblico che ha affollato l’Aqvarium Klub conosceva molto bene il repertorio della formazione che deve a un’etichetta tedesca la pubblicazione dell’album di esordio Good Company. Nate Hilts, Scott Pringle, Colton Crawford e Danny Kenyon con banjo, mandolino, chitarre e violoncello, hanno mostrato di sapere stare molto bene sul palco, al di là della dimensione disco e video. Ci hanno ricordato l’attitudine dei migliori Mumford & Sons, presentando un bluegrass alternativo dove dietro la velocità del ritmo c’è una dimensione dark dovuta alle storie che raccontano: le vicende terrene sono condizionate da angeli e demoni in un paesaggio rurale che di idilliaco ha ben poco. La loro cifra stilistica è quella dei continui e improvvisi cambiamenti di tempo, di momenti di stacco silenzioso da cui poi fare ripartire il brano. Il loro set è durato un’ora e venti minuti circa, preceduto da due gruppi di apertura. Ovviamente il brano più festeggiato è stato In Hell I’ll Be in Good Company, ma già l’iniziale Diamond Ring, Every Man Needs a Chew, The Good Lord, Broken Cowboy fino a Honey You sono stati salutati da spettatori entusiasti e motivati a passare una serata di buona musica. Finché resteranno autentici The Dead South potranno dare altre belle sorprese in futuro.
Michele Manzotti
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