(Produzione indipendente)
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Rogue Johnsen è un musicista americano sempre in movimento musicalmente parlando. Cinque dischi al momento e nessuno uguale all’altro. Prendiamo per esempio i due che precedono quest’ultimo. Trouble Blues è un racconto interiore, un sentito atto di riverenza verso un suo maestro, il leggendario pianista/compositore, Charles Brown, mentore fra gli altri anche di Ray Charles. Solo con voce e piano acustico, alterna momenti più bluesati, Midnight Prayer e la title track (uno dei più noti pezzi di Brown), a ballate intime, Tides Of Time, ad espressivi strumentali mai autocelebrativi, Money Tumble, See Band Boogie. Il successivo è Way Back, dove ha messo insieme un ampio combo, fra questi il conosciuto batterista Merle Brigante, per dare spessore al suo eclettismo, ma anche qui mai sopra le righe. Johnsen passa dal piano alle tastiere oltre a cantare, ed in sintonia con i musicisti che lo accompagnano, passa con disinvoltura al rock venato di blues, la title track, alla sempre bella ballata, Tides Of Time, già ascoltata nel precedente disco solo, e qui ripresa con la collocazione di altri strumenti, al sincopato ritmo di New Orleans, I’m With You, al notevole incedere blues, Close The Door. Rogue Johnsen ha dedicato questo disco alla musica di Joe Zawinul, anche ex fondatore e leader dei Weather Report, e lo strumentale, Josie’s Mood, con quell’uso delle tastiere ci riporta a lui, per poi spostarsi su un passo rock, Out Here. Fra un disco e l’altro oltre che una propria attività live, ha fatto tour e aperto concerti con una vastità di artisti, ne citiamo alcuni, W.C. Clark, Archie Bell and the Drells, Lavelle White, B.B, Albert e Earl King, Bobby Bland, Maceo Parker, Blind Boys Of Alabama, The Gospel Hummingbirds. Veniamo ora al suo nuovo capitolo discografico basato su un altro svolgimento stilistico concretizzato nell’anno funesto per l’umanità, il 2020, da qui il titolo del disco, ma non con atmosfere cupe come si potrebbe supporre per il suddetto momento del concepimento. E’ un disco solare suonato veramente bene da un ristretto combo di musicisti azzeccati per il progetto stilistico/interpretativo pensato da Rouge Johnsen, sempre convincente quando tocca i tasti bianchi e neri di qualsiasi tastiera. Traccia dopo traccia si viene interessati da buone dimostrazioni anche da parte di tutti i musicisti. In apertura è la chitarra elettrica di Mike Dutton a dare il via ad una cavalcata ritmica in, Wally Collins’ Shuffle, mentre in Project 9B e in Tired Of Winning c’è tutta quella atmosfera da colonne sonore, quando negli anni 60/70 venivano composte per film o serie televisive. Più dilatata e sognante è They Don’t Know, ritmi da anni sessanta scandiscono, A long Ways Away, e ottimo è lo slow blues, Downtime, alla Charles Brown, che gli americani segnerebbero come, da ore tarde, per quell’amalgama di ovattato jazz/blues. Sensazioni blues si trovano anche nel ritmico, Goin’ Rogue, nel tempo medio di, Just A Minor Blue, e nella conclusiva, Monkey Tumble Too. Sono tutti pezzi autografi e questo rafforza il ritratto del Rogue Johnsen Project.
Silvano Brambilla
Tracce
Wally Collins’ Shuffle
Project 9B
Tired Of Winning
Just Before Sleep
Stax Tracking
They Don’t Know
Big Bright City
A Long Ways Away
Downtime
Goin’ Rogue
Just a Minor Blues
New Blue Soul
Monkey Tumble Too
Tagged blues, Rogue Johnsen Project