(foto Giovanni Aiello)
Il piccolo schermo può creare fama più o meno meritata. Quando però un personaggio esce dalla dimensione Tv per riempire gli spazi teatrali, qualche domanda bisogna farsela. Uno spettacolo di Valerio Lundini è il classico esempio di come la televisione una volta ogni tanto non crei mostri, ma dia la giusta popolarità a chi se lo merita. Un po’ come succedeva all’epoca del bianco e nero con personaggi che poi hanno fatto la storia dello spettacolo e del costume. Non sappiamo se Valerio Lundini farà parte di questa categoria, ma ne ha tutte le carte in regola. La dimostrazione è vedere un suo spettacolo dal vivo come quello al Tuscanyhall di Firenze l’11 gennaio 2022. Uno spazio dove i posti erano tutti esauriti in un periodo complicato dal punto di vista sanitario. Per gli amanti del genere, e non solo, i soldi sono stati spesi benissimo. Lundini tiene il palco da solo con sicurezza per un’ora e 45 minuti senza un momento di sosta. Ha una comicità surreale e intelligente al tempo stesso, riuscendo a non sorridere mai durante lo spettacolo “Il mansplaining spiegato a mia figlia”, un titolo assolutamente avulso dal contenuto dei testi. Suona (e piuttosto bene) il pianoforte con cui accompagna le parti cantate, e utilizza proprio come un cantante la voce per evidenziare con il tono alcuni repentini cambi di contenuto. Anche nelle parti meno riuscite dello spettacolo (la storia di Mirko e Giulia) riesce a inventare delle soluzioni sceniche di grande efficacia con pochi mezzi, in questo caso i leggii. Infine sa prendere in giro alcuni tic dei nostri tempi come l’uso dei social, dei cellulari durante gli spettacoli, ma anche il proprio mestiere dove la proliferazione della Stand Up Comedy ha portato alla ribalta persone senza talento. Grazie a un evidente lavoro sui testi e tanta preparazione scenica, con Lundini si ride dall’inizio alla fine, e si ride bene.
Michele Manzotti
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