(Vrec / Audioglobe)
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Voglio andare contro il pensiero del Maestro Guccini, che in un’intervista di qualche tempo fa ha affermato: «Non ascolto più musica, oggi ci sono solo canzoni inutili». Non è eticamente corretto estrapolare una dichiarazione da un discorso più ampio, e magari travisarne l’assunto, ma sta di fatto che come nella realtà sociale, che sempre più allarga la forchetta tra ricchi e poveri, anche nel mondo musicale è sempre più facile imbattersi in canzoni inutili, in contrasto con quelle, sempre più rare, che vale la pena ascoltare e portarsi nell’anno che è appena iniziato. Così allo scoccare della mezzanotte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, ho deciso di portare con me in questo 2022 il disco di Marco Sonaglia. Uscito nei primi mesi dello scorso anno “Ballate dalla grande recessione” non si è mai mosso dalla mia scrivania, saltando dentro e fuori dal lettore cd. Il motivo: 10 canzoni necessarie e utili. Il cantautore marchigiano non è nuovo alle produzioni musicali a suo nome, che affianca al ruolo di docente presso l’Accademia dei cantautori di Recanati, e alla militanza nel gruppo Sambene, nato nel 2015 con l’obiettivo di conservare e dare nuova vita, ai repertori di musica popolare del proprio territorio. A questo scopo si aggiunge anche quello di esplorare le radici popolari presenti nella tradizione cantautorale italiana, proponendo nuovi arrangiamenti.
Ed è proprio da questa “missione” che prende linfa vitale il disco, che come il titolo dichiara ha come forma narrativa quello della “ballata”. Dieci brani che non fanno sconti a nessuno, tra impegno sociale, politica, militanza, partigianeria; scritti da Sonaglia (per la parte musicale) e da Salvo Lo Galbo (giornalista, poeta, traduttore dagli chansonniers, per quella riguardante i testi). Protagonista del disco è il genere umano visto attraverso vari personaggi che popolano i brani. Il musicista marchigiano fin da subito vuole mettere in chiaro che il suo messaggio sarà diretto: nel brano che apre il disco (Primavera a Lesbo) si “muovono” i profughi che sfuggono dalla miseria, dalle guerre e dalle dittature, ammassati l’uno sopra l’altro in poco spazio, nell’indifferenza del mondo, in una lotta giornaliera per sfuggire alla morte per freddo, malnutrizione, malattia, pestaggi, suicidi. Senza seguire l’ordine delle tracce, il disco affronta anche altri temi legati alla nostra società: il tradimento dei valori rivoluzionari (Ballata per Cuba); l’avidità della società capitalistica, che deve sempre trovare nuova “carne umana” per far “mangiare altri uomini” (Ballata della vecchia antropofaga); lo smantellamento dell’Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (Ballata dell’Articolo 18), lo sfascio della coscienza collettiva, politica e sociale, della sinistra, dei sindacati e di certo ceto intellettuale (La mia classe).
Sonaglia nelle altre canzoni dell’album sembra abbandonare i temi generali, per dedicare alcuni momenti a personaggi reali: ma è un finto abbandono. Così canta di Stefano Cucchi (Ballata per Stefano) per denunciare quella parte marcia dello stato repressivo che anche nelle democrazie alberga; in Ballata per Claudio rende omaggio a Claudio Lolli, uno dei padri della canzone d’autore e simbolo indelebile di una stagione rivoluzionaria. Con Ballata a una ballerina la protagonista è Lola Horovitz (nome d’arte della ballerina ebrea polacca Franceska Mann), che deportata ad Auschwitz decise di combattere, morendo a solo 26 anni. A Sacko Soumaila (un sindacalista, un bracciante, ucciso nelle campagne di Vibo Valentia) è dedicato il brano Ballata per Sacko, denuncia di quella Italietta piccolo borghese che si fa scivolare addosso, come fossero notizie di poco conto, le situazioni in cui vivono gli “invisibili” dell’economia. C’è molto in questo disco, così tanto che un ascolto distratto non può rilevare; ed è per questo che è utile nella sua interezza e nei frammenti che racconta. In esso si può ritrovare quella forza necessaria per convincersi che i buoni dischi possono ancora essere pubblicati, e forse l’era dei cantautori non è ancora arrivata alla fine.
Riccardo Santangelo
Tracce
Primavera a Lesbo
Ballata per Cuba
Ballata per Stefano
Ballata per Claudio
Ballata delle vecchia antropofaga
Ballata a una ballerina
Ballata dello Zero
Ballata per Sako
Ballata dell’articolo 18
La mia classe
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