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Special

Red Records: Isaiah J. Thompson e Salvatore Bonafede

27 gennaio 2022 by Michele Manzotti in Special

www.redrecords.it
Distribuzione Ird

Una buona notizia per tutti gli appassionati di jazz. Torna la Red Records, storica etichetta milanese, passata dalle mani di Sergio Veschi, suo fondatore negli anni Settanta, a quelle di Marco Pennisi, già art director,  che ha deciso di rilanciare il marchio partendo da un catalogo prestigioso che annovera grandi nomi del jazz come Joe Henderson, Chet Baker, Bobby Watson, Paul Bley, Steve Grossman, Cedar Walton, Fred Hersch, oltre a italiani come  Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Giovanni Tommaso. «Uno dei nostri obiettivi – ha spiegato Marco Pennisi – è la ripubblicazione accurata, e in vari formati, del catalogo storico, partendo dal restauro dei nastri originali fino alla cura dei suoni e del mixaggio. Un altro, in continuità con la visione dell’etichetta, è ricercare e dare evidenza alle voci emergenti del jazz, con nuove produzioni mirate. Non disdegnando infine, l’opportunità di produrre materiale storico inedito, da session live».

Le prime novità Red Records vedono protagonisti recano due pianisti: lo statunitense Isaiah J. Thompson e l’italiano Salvatore Bonafede. Il primo, uno dei talenti in ascesa della scena newyorkese, si presenta con Composed In Color, nel quale figurano nelle vesti di ospiti il bassista Christian McBride e il batterista Kenny Washington. Thompson si mostra come esecutore di grande gusto, sorretto dai musicisti del trio Philip Norris al contrabbasso e Tj Reddick alla batteria, che negli standard sa trovare una propria chiave personale. Basti citare la Take the A Train iniziale e Chelsea Bridge firmate da Billy Strayhorn,  oltre alla composizione originale, Mikula Blues, per apprezzarne le capacità.

Bonafede presenta invece un’incisione per pianoforte solista. E’ Caro Luca, effettuata nel 2003 e proposta oggi. Si tratta del materiale registrato il giorno dopo la realizzazione del disco in quintetto Paradoxa. Dieci pezzi di propria composizione dedicati al figlio Luca che all’epoca aveva tre anni. Una serie di brani dove viene omaggiata la grande tradizione pianistica anglosassone ma anche la sua terra di Sicilia e le atmosfere popolari. Della prima citiamo la traccia titolo e Good Vibration, dell’altra Capa Aizzata e Bedda Matri. Un disco che si ascolta bene dall’inizio alla fine pieno di buone idee.

Michele Manzotti

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