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Foto (c) Eleonora Birardi
Appena uscito eravamo rimasti colpiti positivamente dal disco Until we fossilize della musicista Marta Del Grandi. Un album pubblicato dalla londinese Fire Records e del quale abbiamo parlato su queste pagine nello scorso novembre. Ci ha fatto quindi piacere avere l’opportunità di assistere a un suo concerto dal vivo, il questo caso a cura del Musicus Concentus nella Sala Vanni a Firenze. Un fatto non scontato dato che la musicista è spesso all’estero, non solo nel Regno Unito, ma anche negli Stati Uniti dove è reduce dal SXSW di Austin. La serata musicale in cui Del Grandi (voce solista, chitarra ed elettronica) è stata affiancata da Federica Furlani a viola ed elettronica e da Gaya Misrachi a voce e synth, ha visto in primo piano i brani dell’album, ma anche un estratto da Invertebrates, album registrato come Martarosa, e pezzi inediti. Il concerto ha confermato la maturità del cantautorato di Del Grandi, dove le radici italiane lasciano spazio ad atmosfere che vengono da lontano (Del Grandi ha vissuto per due anni in Nepal) mediate attraverso un gusto tutto anglosassone.
Se dovessimo fare un nome ci è venuta in mente Laura Marling, ma a nostro parere Del Grandi fa un lavoro di ricerca molto accurato che va oltre schemi ed etichette puntando su sovrapposizioni melodiche, ritmi dall’andamento lento che non danno però l’impressione di staticità e un’elettronica fondamentale, ma mai preponderante. Brani come Taller Than His Shadow, Amethyst e Shy Heart mostrano una bella ispirazione che dal vivo è valorizzata, così come tutto il repertorio. Siamo curiosi delle prossime mosse della musicista. Per ora ci accontentiamo di ascoltare un’artista italiana che ha un’attenzione internazionale ben meritata.
Michele Manzotti
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