Stef Rosen & The Fuzznotes – Soulify
TimeZone Records
www.stefrosen.com
Nella lunga lista di Italiani/e che hanno scelto di vivere all’estero, alla voce “musicisti” è annotato anche Stef Rosen (nato in Liguria come Stefano Ronchi), diventato ormai un abitante di Berlino, città nella quale ha trovato una situazione idonea per accrescere la sua professione nell’ambito musicale, non solo come musicista ma anche come produttore e fonico presso il Fuzznote Studio. La sua prima occupazione, rivestita di encomiabile passione, è però l’attività solista, è un chitarrista sia elettrico che acustico e cantante, grazie alla quale ha accompagnato per un tour europeo Tony Coleman, fra gli altri, ex batterista per vent’anni di B.B.King. Stef è diventato anche conosciuto, apprezzato e dunque richiesto, dal circuito blues dance in giro per il mondo. Poi ci sono i dischi, di cui “Soul Mining” del 2019 ha fatto il botto per essere stato disco dell’anno in Germania. Ora tocca a “Soulify”, confezionato in digipak, dove il colore seppiato e foto di copertina potrebbero indicare segnali di quanto la sua condizione stilistica sia sobria e concentrata come la sua immagine, e indicativamente urbana come gli agglomerati berlinesi sullo sfondo. Con quattordici tracce tutte originali (altro buon segno), si muove con personalità dalla tradizione verso una apprezzabile contemporaneità, aiutato da un valido ampio combo di musicisti di varia provenienza, riuniti sotto il nome di, Fuzzonotes: Lorenzo Bergamino batteria, Will Jacobs chitarra, Carmelo Leotta e Martin Stumpf basso, Henry Carpaneto piano e hammond, Connor Fitzgerald wurlitzer, Jakub Zomer fender rhodes e hammond, più alcuni special guest per suoni di armonica e contrabbasso. “Home” la prima traccia, segue un passo felpato che via via diventa più marcato per il suono di chitarra di Stef Rosen per un connubio blues/soul, ma Stef non vuole attirare tutta l’attenzione solo su di lui, ecco dunque introdurre con la traccia seguente la band a ritmo di funk con, “Introducing:The Fuzznotes”. Ottimo il blues feeling che gronda dallo slow, “I Can’t Stand A Woman Cryin”, dove cogliamo l’occasione per evidenziare il convincente canto di Stef esteso per tutto il disco, e nella acustica, “Sugar Babe”. Ancora funky con un arrangiamento ad hoc per, “Can’t Get Enough Of You”, per poi distendere l’atmosfera con una soul ballad, “Hold Me”, mentre anche in, “I Don’t Believe In Miracles” gli arrangiamenti si fanno notare per un amalgama di rock/blues/soul per niente convenzionale. Molto bene. Con, “Please Don’t Quit Me Baby”, si torna all’acustico, chitarra acustica, canto e l’armonica di Marcos Coll, per poi farci battere il piedino con il serrato uptempo tutto blues di, “How Long”, dove sentiamo ancora l’armonica, suonata questa volta da Marko Jovanovic. Questo bel disco che vi consigliamo di procurare e tenere in considerazione come uno dei più convincenti dell’anno, si chiude con, “I’m Here”, dove momenti soul dal sapore anni settanta vivono di una sobria contemporaneità.
Silvano Brambilla
Tracce
Home
Introducing: The Fuzznotes
I Can’t Stand A Woman Cryin’
Karma Knows Best
Sugar Babe
Can’t Get Enough Of You
Hold Me
I Don’t Believe In Miracles
Coming On Strong
Trouble Never Let You Down
Please Don’t Quit Me Baby
Chicken Soup
How Long
I’Here
Tagged blues, Stef Rosen