Edda-Illusion
Al-Kemi Records /Ala Bianca
www.facebook.com/stefanoeddarampoldi
A tre anni da “Fru fru” torna Edda, nome d’arte di Stefano Rampoldi, ex voce solista dei Ritmo Tribale, che nel 2009 ha inziato un’interessante carriera solista. Il nuovo disco che contiene undici tracce inedite si intitola “Illusion” ed è prodotto dal grande Gianni Maroccolo, che già nel pieno lockdown aveva pubblicato insieme a Edda il disco “Noio ; volevam suonar”. In apertura troviamo “Mio capitano” (“Si uccidono di noie e di perdono, ciascuno col suo passo sul veliero, giurin giuretto, dimmi che non è vero, no, non voglio fare una rapina, a voi tocca il deserto, a noi la Lomellina”) con i suoi arpeggi di chitarra classica macchiati di elettronica e la voce delirante di Edda. “Alibaba” (“L’oroscopo consiglia, uccidere la famiglia, il muro si è sporcato, gelato al cioccolato, mi son sfogato”) ha sonorità più british con le chitarre elettriche sporche. Direttamente dagli anni novanta sembra provenire “La croce viva” (“E ti ho sentito perché hai la tosse, so che non ti fa tanto ridere ma vivere, provaci un’altra volta ancora, svegliali tutti, togli l’incanto, a questo punto chi ci crede (Ancora), sarà bellissimo, fatti vedere, niente è sbagliato”) pezzo molto incisivo. “L’ignoranza” (“Come è bella l’ignoranza, la coltivo dall’infanzia per essere il tuo dio un po’ fascista e un po’ laziale, Gesù bambino, incominciamo male”) è martellante e malatamente esplosiva. Atmosfere vintage, quasi swing, con l’hammond in primo piano per “Signorina buonasera” (“Quello che piace è essere parte di un ingranaggio, almeno io ci metto il disagio, vale per quello che vale”). Chitarre elettriche arpeggiate sostengono il cantato sperimentale in “Trema” (“Sarà la guerra in cui non c’è il peccato, ti posso vincere ma non faccio il soldato, ho voglia di vivere, prima di essere ammazzato”). “Carlo Magno” (“La prima volta che ti ho visto nuda, eri la più bella di tutto quelle con cui litigare, una vera santerella. Carlo Magno a venticinque anni era già il re dei Franchi,la mia vita nasce già finita, tanto non mi manchi” ha una batteria trascinante che si fonde con le chitarre acide. Più dilatata la successiva “Gurudeva”(“Quando Eva amava Eva, quando il mondo non ne produceva, quella era tutta un’altra era, era il massimo”) con un ritornello molto malinconico. “Lia” (“Il sole sulla strada sa di sole, il sole sempre in mezzo tra di noi, se ti respiro, io non esisto, sei come un fantasma e non insisto, chiacchiere con mamma in autostrada, spruzzi di schifezze e di virtù, come sei io non capisco, sei la mia bambina in un registro”) è una ballata nostalgica caratterizzata dalle chitarre, dall’elettronica e da piccoli inserti di archi. I continui cambi di tempo creano un certo fascino in “Mirai” (“Questi qua sono dei tipi strani, vanno sul sicuro, fanno benе, fanno male, ti mettono al muro, ah-ah, quando c’è la gioia, ci sarà l’azzurro, no-o, non è il mio tempo, non è il mio turno”). Chiude il disco “Brown” (“Quando nascesti, ti lasciasti andare, volevi naufragare, non mi ricordo le cose che ho sognato, una rotonda al mare, lasciami respirare, questo è il mondo, tu ci sei cascato, volevi emigrare, tutta la fatica che ti sеnti addosso, non ti farà tornare”) un funky sostenuto da un bel groove di basso, tastiere e chitarre elettriche. Edda ha realizzato un ottimo disco che sprigiona tutta la sua sana follia, sperimenta tantissimo con la voce, con i suoni e con una scrittura sempre originale e corrosiva. “Illusion” è uno sguardo lucido e personale sulla società, capitan Rampoldi è tornato con qualcosa di forte e spiazzante, che si può racchiudere in una sola parola: Edda.
Marco Sonaglia
Tracklist
Mio capitano
Alibaba
La croce viva
L’ignoranza
Signorina buonasera
Trema
Carlo Magno
Gurudeva
Lia
Mirai
Brown
Tagged Cantautorato italiano, Edda