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Bluesman siciliano, il chitarrista e cantante Umberto Porcaro, con il recentissimo Take Me Home ha raggiunto il traguardo del quarto album a partire dall’esordio discografico avvenuto nel 2002, con You Belong To Me. Nel corso della sua carriera ha ottenuto riscontri molto positivi sia in Italia che all’estero, USA compresi, arrivando ad esibirsi con artisti come Jerry Portnoy, Sonny Rhodes, Tony T.C. Coleman, RJ.Mischo, Andy Just, Pat Wilder, Texas Slim, Vivian Vance Kelly, Brian Templeton, Dave Ryley, Billy Branch and The Sons of Blues,Fernando Jones, Eomot Rasun, Johnny Dollar. Dedicato al padre Pippo, scomparso prematuramente tre anni fa, Take Me Home contiene undici tracce originali il cui manifesto sonoro è perfettamente riassunto dalle dichiarazioni di Umberto Porcaro:” Ho deciso di titolare l’album Take Me Home poiché per me significa davvero un ritorno a casa, il blues per me è e sarà sempre casa. Ho voluto fotografare le mie gioie, i miei dolori, le mie ferite…”. All’ottima riuscita del progetto hanno contribuito i suoi abituali compagni di viaggio, Giulio Campagnolo all’organo Hammond e Federico Patarnello alla batteria, integrati da un “mostro sacro” come il bassista Stanley Sargeant (Leonard Cohen, Jonathan Butler, Al Jarreau, Keb Mo, Johnny “Guitar” Watson …). In alcune tracce danno il loro importante apporto Marco Pandolfi, all’armonica in Rollin Down Below, Moreno Buttinar, fondamentale in fase di registrazione, presso lo studio Area51 di Trieste e alla batteria in Cool World, e due ospiti di prestigio come Lurrie Bell voce e chitarra in It’s My Pleasure To Play The Blues e Anson Funderburgh, alla chitarra in Cool World. Undici brani originali, dicevamo, tutti firmati dallo stesso Umberto Porcaro, ad esclusione della conclusiva, strumentale, Moutain Cheese ad opera di Giulio Campagnolo che attraversano varie sfaccettature del blues elettrico pur non perdendo di omogeneità complessiva, compresa la particolare Rollin Down Below, una sorta di Swamp Blues alla Tony Joe White, dall’incedere ipnotico, con in risalto gli interventi all’armonica di Marco Pandolfi. Umberto Porcaro si conferma un grande chitarrista, influenzato da nomi come Albert Collins, B.B. King, Albert King e non solo, bravo a rielaborare un proprio stile personale, capace di trasmettere emozioni, efficace, privo di superflui virtuosismi, essenziale nella sua forma (chitarra, amplificatore, moderato uso del riverbero, lieve drive valvolare e sporadico uso del wha wha come in Don’t Push Me), ma al contempo ricco di dinamiche date dal tocco. A completare la ricetta vincente una sezione ritmica precisa e affiatata, il pregevole organo Hammond e la voce, calda ed espressiva, prerogativa che rende Umberto Porcaro un bluesman completo e versatile. Take Me Home ha tutte le carte in regola per conquistare non solo gli appassionati di blues, ma tutti gli amanti della buona musica in generale. Album consigliatissimo.
Stefano Tognoni
Tracce
Run Into My World
Out Of The Storm
It’s My Pleasure To Play The Blues (Feat. Lurrie Bell)
Bring Me Down
Love Is Risin’
You Was
Take Me Home
Cool World (Feat. Anson Funderburgh)
Don’t Push Me
Rollin Down Below
Moutain Cheese
Tagged blues, Umberto Porcaro