Slang Records
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C’è sempre stata e c’è parecchia attenzione attorno a Nick Becattini ogni volta che pubblica un disco o fa un concerto. La sua vita artistica parla da sé. Tutto inizia sul finire degli anni ottanta, da componente della Model T. Boogie (che col senno di poi per vari fattori, si può considerare una “allstars band”, il fondatore e armonicista Giancarlo Crea, Dario Lombardo, il mai dimenticato Massimo Pavin, Massimo Bertagna e Nick), alla storica esibizione con Albert King sul palco del Pistoia Blues Festival; alla sua esperienza a Chicago dove è stato membro della blues band di Son Seals e ha accompagnato una pletora di bluesman; alla trentennale attività a proprio nome una volta rientrato in Italia, solidificata con dischi, concerti ovunque, svariate collaborazioni, una evidente crescita professionale ricca sia di uno strutturale blues, che di impulsi stilistici sempre coltivati, dalle fattezze funky e soul. Purtroppo qualche anno fa la sua vita quotidiana e professionale ha subito uno scossone compromettendo progressivamente la parte motoria del suo corpo. “Il dottore mi ha detto stai attento amico mio non stiamo scherzando sta passando un treno in corsa su di te, intanto continua a suonare e divertirti con l’amorevole sostegno di tua moglie, dei tuoi figli e degli amici”. È un estratto dalla autografa “Doctor Said”, traccia che apre il disco, strutturata con dinamici colori di black music. Causa dunque quel maledetto problema, Nick ha annunciato che questo è il suo ultimo disco. “(…) cerco di portare la mia croce e fede con serenità e questo mi apre porte inaspettate, posso trovare la forza nella debolezza, la solitudine e l’egoismo che derivano dalla sofferenza della malattia, con la creatività che apre a mille collaborazioni”. Parole esaustive da consapevole persona di quello che la vita artistica e umana gli ha dato e tolto, guardando comunque sempre avanti con anche quella infinita passione per la musica. Malgrado il contesto non bisogna approcciarsi all’ascolto con tristezza, perché Nick ha voluto che il disco fosse “colorato”, ad iniziare dall’immagine di copertina, alle pagine interne del libretto, ai volti sereni di lui, dei suoi figli, di sua moglie, di una parte dei musicisti, alle variegate sonorità che danno vita a undici tracce più due bonus tracks, già composte tempo fa, e suonate, cantate e arrangiate da Nick, con il contributo dei tanti musicisti via via intervenuti che, presi tutti insieme, possono formare una esemplare big band con ottoni, strumenti vari, voci di accompagnamento. Altri due aspetti che da par nostro abbiamo colto lungo tutto il disco è la sincerità e la naturalezza, punti fermi che determinano un’alta professionalità, come nel creare una piacevole melodia fusion per “Superblues”. “(…) Una volta le mie gambe matte ballavano al ritmo del groove, adesso arrancano col deambulatore…c’est la vie”. Sono alcune righe che Nick ha scritto nel presentare la traccia che da il titolo al disco “Crazy Legs”, cantata e suonata con puro divertimento in pieno clima jump da big band anni quaranta. Ottima è “Johnny The Gambler”, blues elettroacustico dove Nick ha sfoderato la sua National suonata slide, cantata all’unisono con voci di accompagnamento e fra gli altri, il vecchio amico armonicista Mimmo Mollica. Ancora blues, “Rolling Doors”, convincente momento elettrico e dalla tematica premonitrice, e l’eccellente riproposizione di uno standard slow blues che lo accompagna fin da quando era ragazzo, “Trouble In Mind”. “Come B.B. King racconta di Lucille, io racconto la storia della mia adorata figlia Bambi”, in “Bambi Shuffle”, un talking blues suonato come l’avrebbe fatto il suddetto B.B. King. Casualità o meno, la traccia successiva è “Ain’t No Love”, pezzo da sempre amato da Nick e dalla sua band. E’un classico di un altro gigante, Bobby Bland, lui e B.B. King fecero un disco dal vivo insieme. Siamo alle battute finali, una melodia strumentale avvolge “Holy Tire”, rappresenta la storia di come Nick e quella che poi è diventata sua moglie, Luisa, si sono congiunti, mentre la sua sensibilità lo porta ad esprimersi su un pianeta violentato dall’essere umano, “Mother Earth Is Crying”, con una articolazione stilistica che suona come una melodia straziante. Due bonus tracks la prima in versione strumentale, “Johnny The Gambler” e la seconda con voci, “Doctror Said”, mettono fine a questo lungo viaggio dal sapore un po’malinconico, un po’ gioioso, meditativo, e tanto salubre di ottima musicalità.
Silvano Brambilla
Tracce
Doctor Said
Superblues
Crazy Legs
Johnny The Gambler
Rolling Doors
Trouble In Mind
Backpack
Bambi Shuffle
Ain’t No Love
Holy Tire
Mother Earth Is Crying
Bonus Tracks:
Johnny The Gambler (strumentale)
Doctor Said (strumentale)
Tagged blues, Nick Becattini