MC Records – distribuzione Continental Record Service/CRS
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Per il suo passato e per il presente, Duke Robillard è uno dei “pezzi” più importanti del mosaico blues e dintorni. I fatti parlano per lui. Citiamone alcuni. Nel 1967 insieme al pianista Al Copley ha fondato la Roomful Of Blues (all’inizio l’indirizzo stilistico era il chicago blues per poi includere anche il rhythm & blues perché, parole sue, (…) possiede tutti gli elementi che la musica dovrebbe avere, c’è abbastanza blues, molte ballate, i fiati, qualche tratto jazz e testi divertenti, così ho cominciato a suonarlo). In seguito ha fatto parte della Legendary Blues Band e dei The Fabulous Thunderbirds, è stato chiamato a suonare nei dischi di Bob Dylan, Jimmy Whiterspoon, Jay McShann, Jonny Adams, Eddie Clearwater, Ruth Brown, Joe Beard, Tom Waits, Robert Gordon, ecc, ecc, alcuni di loro lo hanno voluto anche in tour. Poi c’è la sua attività solista con dischi e concerti dove ha proseguito a rafforzare quel suo idioma r&b di cui sopra, che non ha però l’indirizzo Stax e/o Atlantic, ma guarda a quell’ambiente degli anni quaranta/cinquanta, dunque ai primordi del r&b e blues urbano che elargiva dosi swinganti e jump, sulle orme di T-Bone Walker, con fraseggi non spigolosi ma più rotondi. Un’altra influenza che ha assorbito sono le sonorità strumentali alla Link Wray. Questi passi continuano a costituire il suo stile, modellato anche per “Six Strings Of Steel”, “sei corde d’acciaio” versatili e resistenti con le quali Robillard, all’occorrenza, può sintonizzarsi anche su un blues di chicago più marcato, un rock’n’roll/rockabilly, o una ballad. Il suo nuovo disco è il secondo per la MC Records e va ad allungare una lunga discografia fra lavori solisti e collaborazioni, qui è accompagnato da un combo di cinque musicisti sotto il nome di All-Star Band, fra i quali citiamo gli inseparabili, Mark Teixeira batteria e percussioni, e Doug James sassofoni. Duke Robillard ha scelto delle cover e relativi autori/musicisti neri e bianchi, come fosse un atto di riconoscenza nei confronti di chi ha specificato il suo stile. Ha aperto e chiuso il disco con due modelli strumentali per quel suono un po’ distorto concepito a cavallo degli anni cinquanta/sessanta, divenuto formativo per i chitarristi e iconico per la musica, “Git With It!” di Barney Kesse e la più celebre “Rumble” di Link Wray, manifestandosi poi sulla stessa linea con la vibrante autografa “Groovin’ In The Swamp”. “Watching The River Flow” di Dylan, la si conosce anche tramite le innumerevoli versioni, Robillard aggiunge la sua dal cadenzato passo fra spunti musicali neri e bianchi, dove ha aggiunto un violino suonato da Katie Shore. Apprezzata rivisitazione. Come lo sono “I’m Gonna Be a Wheel Someday” di Dave Bartholomew/Fats Domino, e dunque in pieno clima New Orleans, “Take Your Fine Frames Home” di Ike Turner dal saltellante ritmo, e il buon passo blues “Lovin’ You” di Lowell Fulson. Questo nuovo disco di Duke Robillard & His All-Star Band è un buon ripasso, e motivo di attenzione per le nuove generazioni per conoscere uno dei più qualificati musicisti.
Silvano Brambilla
Tracce
Git With It!
Shame, Shame, Shame
Lima Beans
Love Struck
In Perfect harmony
Watching The River Flow
Billy In The Lion’s Den
I’m Gonna Be a Wheel Someday
Take Your Fine Frame Home
Groovin’ In The Swamp
Lovin’ You
Rumble
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