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Recensioni

Eric Johanson – The Deep and the Dirty

27 agosto 2023 by Silvano Brambilla in Dischi, Recensioni

Ruf Records
www.ericjohanson.com/
www.rufrecords.de

La Louisiana vanta una ricca tradizione di chitarristi che hanno scelto di suonare il blues in elettrico, ognuno con la propria impronta. Buddy Guy, Earl King, Clarence “Gatemouth” Brown, Larry Garner, Bobby Parker, Tab Benoit, ecc. Eric Johanson fa parte della nuova generazione e sostiene che, “il blues è alla base dei diversi stili che suono, New Orleans funk, americana, hard rock, country, quello che trovo importante nel blues è la crudezza, questo è ciò che rende un disco di blues, la cruda espressione di sé”. È cresciuto ascoltando Robert Johnson e Freddie King, poi una volta intrapreso l’arte del musicista ha ampliato i suoi orizzonti con la chitarra elettrica che sa usare abilmente, e di cui è diventato fra i più seguiti, anche a New Orleans, città di residenza dal 2010 dopo aver lasciato la natìa Alexandria, e dove si è immerso in quel melting pot che vivacizza la cultura musicale di N.O. Questo è il quinto disco dove non fa difetto la sua coerenza per aver messo in pratica l’aspetto “crudo” della sua espressività, diretta e senza fronzoli, attuata con l’apporto del basso di Eric Vogel (Big Sam’s Funky Nation, Fred Wesley, ecc), la batteria di Terence Higgins (Warren Haynes, Ani Di Franco, Tab Benoit, ecc), e la collaborazione per la produzione e co-scrittura di sette pezzi, del noto Jesse Dayton, produttore/autore/chitarrista e di cui recentemente è uscito “Death Wish Blues” cointestato con Samantha Fish. La scorza dura del suo stile è evidente nella iniziale, “Don’t Hold Back”, nella title track “The Deep And The Dirty”, in “Undertow”, “Galaxy Girl”. In un paio di tracce il disco perde un po’ della sua ruvidezza per due ragguardevoli momenti di blues elettroacustico mississippiniano, “Just Like New”, “Familiar Sound”, mentre con “Gets Me High” torna a irrobustire le sonorità con uno svolgimento rock/funk. “The Deep And The Dirty”, il titolo è riferito al sud degli Stati Uniti, non è un disco scontato e ripetitivo, con dodici tracce Eric Johanson ha mostrato una parte di aspetti del blues circondati da una percezione tendenzialmente più tradizionale che moderna e forse non è casuale che chiude il disco con uno slow, “She Is The Song”.

Silvano Brambilla

 

Tracce

 

Don’t Hold Back

The Deep And The Dirty

Beyond The Sky

Undertow

Just Like New

Elysian Fields

Galaxy Girl

Familiar Sound

Gets Me High

Stepping Stone

Borrowed Time

She Is The Song

 

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