Produzione Indipendente
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“(…) Sembra quasi un fiume in piena neanche fosse il Mississippi, da Chicago a New Orleans, Memphis e Kansas City (…) è come un uragano, una specie di follia, suono il blues a casa mia è tutto ciò che so”. Un passo blues cadenzato nella più confacente tradizione di Chicago è incollato al pezzo che da il titolo al disco, dal cui testo abbiamo estratto alcune parti per palesare che Riccardo “Rico” Migliarini vuol fare subito chiarezza, “Suono I Blues A Casa Mia” è una esplicita dichiarazione di volerlo cantare in italiano e di perseverare a suonarlo con l’armonica come una “specie di follia”. Per Rico Migliarini era un desiderio esprimersi nella propria lingua, senza però snaturare quel reale blues feeling di cui ha una ammirevole passione che dura da 45 anni, sempre a soffiare dentro una armonica diatonica e cromatica che per lui non hanno più segreti senza forzatamente mostrare doti virtuosistiche, ma concretezza. Tale predisposizione era già insita in lui fin dai suoi inizi, primi anni settanta, attratto da Edoardo Bennato e quel suo senso del blues da one man band con chitarra e armonica. L’apice lo ha raggiunto con la Rico Blues Combo, realtà fra le più seguite e ammirate in Italia, forte di cinque dischi, il primo “White Whiskey” è del 1997, l’ultimo è “20”, celebrazione del ventennale di un combo di blues che è negli annali del “blues made in Italy”. Poi le strade si dividono ma l’amicizia e saltuarie collaborazioni rimangono inviolate, come in questo suo primo disco solista, accompagnato stabilmente da due ex, Giuliano Bei batteria e Mico Capecci basso, e Edorado Commodi chitarre, banjo e cori, più tre musicisti aggiunti, Norberto Becchetti chitarra slide, Lorenzo Cannelli piano e organo, Michele Fondacci percussioni. Dopo la sopra citata prima traccia, il disco prosegue con un notevole passo blues medio lento, “E’ Finito Lo Show”, riguardo un dubbio modo di essere, dove più che la parte cantata è quella suonata che risulta soddisfacente, con una chitarra vibrante, un inalterabile suono di organo, una pertinente sezione ritmica, e l’inappuntabile armonica di Rico, il quale ha sempre una attenzione anche su i risvolti sociali, “Inseparabili” dove cita una categoria di furbetti di questo paese, o “Manca Il Treno” una denuncia circa l’assenza di una struttura ferroviaria a Gubbio, sua città, suonata ricreando il ritmo del treno. Fra le due suddette tracce, c’è “Camignano River”, omaggio strumentale al fiume che attraversa Gubbio. Altra traccia senza il canto e avvolta dal pathos è “Sicilian Heart”, già presente nel disco della Rico Blues Combo “House Of Blue Rags”, un suo incancellabile ricordo di quell’isola. Il titolo, “Re Del Playback” è già un atto intuitivo con una struttura blues incalzante, poi rallentata per un gran bel slow, “Maco Taco”, storia di un armonicista jazz. Altro titolo e conseguente esplicita tematica è “Buffone”, blues per armonica, voci e banjo, mentre la conclusiva “Non E’ Vero Ma Ci Credo” è uno sguardo perplesso su un altro spaccato di questa società, sostenuto da un passo medio lento. Come già successo in passato per situazioni simili di blues cantato in italiano o in dialetto, probabilmente anche questo disco subirà pareri contrastanti. Permetteteci di esprimere il nostro, pur consapevoli che non sempre è adeguato cantarlo nella lingua italiana, più articolata rispetto all’inglese, vorremmo evidenziare che la pura anima blues di Rico Migliarini, fatta risaltare anche dai musicisti presenti, non è stata scalfita dalla scelta che ha fatto circa la modalità di canto. Sentimento e determinazione sono valori insiti nel bluesman di Gubbio che “suona il blues a casa sua”
Silvano Brambilla
Tracce
Suono Il Blues A casa Mia
E’ Finito Lo Show
Inseparabili
Camignao River
Manca Il Treno
Sicilian Heart
Re Del Playback
Maco Taco
Buffone
Non È Vero Ma Ci Credo
Tagged blues, blues italiano, Rico Migliarini