Snowdonia Dischi - Audioglobe
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Rodolfo Santandrea è uno dei tanti nomi che sono diventati di nicchia, in un panorama vasto come quello della canzone d’autore italiana. Quattro dischi (“Santandrea” 1984, “Ricordi e sogni del mio vescovo” 1986, “Aiutatemi, amo i delfini” 1988 e “Anni” 1995), un Sanremo tra le nuove proposte con un brano (“La Fenice”) scritto insieme a Riccardo Cocciante e poi strade diverse, sempre nel mondo della musica. Snowdonia dischi sempre attenti alle cose belle, con il supporto del Mei hanno deciso di pubblicare un omaggio a Santandrea. Hanno curato la produzione artistica scegliendo i musicisti e la grafica, con i disegni originali di Claudio Milano. Il risultato sono le undici canzoni che compongono questo lavoro. L’apertura non poteva che essere con “La Fenice”(“La gioiosa sua romanza si riempie, si riempie di menzogna, com’è falso quando danza sull’asfalto della piazza”) dove Riccardo Lolli accompagna al pianoforte il suo cantato teatrale, più cupa e desertica “Le aquile” (“Le aquile perdute disintegrano i sogni, si tengono nell’ombra, consultano i ricordi”) interpretata da Manuel Pistacchio. Stefano Barotti rilegge in maniera disincantata “Guance bianche”(“Veglio sui tuoi sogni, o meglio, rido dei tuoi anni, che le rendono stanche, le rendono stanche, io vivo nei tuoi sogni”), Jet Set Roger da un tocco di freschezza e modernità a “Niente” (“C’è una stella, se la vuoi e trovarla tu saprai, se c’è un cane che la fetta, c’è pure sempre chi l’aspetta, sei tu?”). Si prosegue con le deliranti sperimentazioni di Davide Matrisciano in “Amsterdam” (“La musica audace di quei tre poveri artisti, che non sono mai sicuri sul da farsi e sul domani, nonostante ciò, persistono a grattare su violini e contrabbassi”) e “Sui marmi di Carrara” (“Sui marmi bianchi di Carrara, Apollo si riflette ancora e rare volte si intravede fra l’acanto appassito”) con Le Forbici di Manitù e i loro interessanti echi Klezmer. In zona d’autore con chitarra e kazoo troviamo “Marta” (“Io vivrò la mia vita, senza che sia finita, cancellerò il ricordo con chi sta con me”) interpretata bene da Mapuche e Matteo Castellano, sempre centrati i Maisie con una interessante e ironica versione di “Un’arancia” (“Un’arancia che ti balla, che ti balla nella pancia, nella pancia un ananasso e una bottiglia sopra al tavolo) con sax singhiozzante. Suggestiva e con gli ottoni in primo piano “Un delfino” (Un delfino, fatto a pezzi sul mio tavolino, fatto a pezzi nella zuppa, povero delfino, fatto a pezzi dalla vita”) cantata da Paolo Zangara, invece gli Ossi ci propongono il loro rock sporco con “Alice” (“Credeva fosse facile e si lasciava andare e si lasciava vivere, andiamo via di qui, credeva fosse facile andare via davvero, magari fosse vero, se fosse stato vero”). In chiusura troviamo “Capriccio fenice”, un’improvvisazione senza freni di NichelOdeon con Filippo Manini. Un lavoro molto sentito, che ci permette di riscoprire un cantautore talmente avanti con i tempi, da non essere capito. Per fortuna operazioni coraggiose come queste ce lo riportano al massimo splendore.
Marco Sonaglia
Tracklist
La Fenice – Riccardo Lolli
Le aquile – Manuel Pistacchio
Guance bianche – Stefano Barotti
Niente – Jet Set Roger
Amsterdam – Davide Matrisciano
Sui marmi di Carrara – Le Forbici di Manitù
Marta – Mapuche e Matteo Castellano
Un’arancia – Maisie
Un delfino – Paolo Zangara
Alice – Ossi
Capriccio fenice – NichelOdeon con Filippo Manini
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