Little Village Foundation
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La blueswoman Memphis Minnie ha ricevuto un’ampia considerazione parecchio dopo che i Led Zeppelin incisero, When The Levee Breaks, perché a quel tempo i più pensavano alla band inglese che non alla responsabile del pezzo. In ambito più strettamente blues invece, era già una delle più ammirate, Big Bill Broonzy dichiarò: “sapeva suonare e cantare non come una donna, ma bene come un uomo”. Nel tempo è cresciuto un interesse per lei, articoli, qualche libro, citata in varie circostanze, e alcuni suoi pezzi, scritti anche a quattro mani con i suoi mariti, sono stati oggetto di reinterpretazioni da musiciste/i, sia singolarmente che per interi disco tributo. Sono passi discografici che abbiamo apprezzato, ma, con il massimo rispetto per chi ha eseguito alcune rivisitazioni, c’era sempre un tentativo di riprodurre quell’idioma blues che era unico di Memphis Minnie. L’ultima in ordine di tempo ad occuparsi di lei è la cantante, compositrice, musicista, curatrice di eventi, Candice Ivory. E’ venuta al mondo nello stesso luogo dove è nata Koko Taylor, a Millington, nei sobborghi di Memphis, la sua famiglia è stata importante per le sonorità black della suddetta città, e suo zio era Will Roy Sanders, cantante e chitarrista di uno dei più genuini gruppi di blues, The Fieldstones, che l’ha spinta ad esibirsi nella storica Beale Street a cantare, blues, gospel, jazz. Oggi vive a St Louis, ha tre dischi all’attivo, e quest’ultimo lo ha realizzato: dopo una visita alla tomba di Memphis Minnie, per il determinante incontro con il chitarrista/bassista Charlie Hunter, e come ricorrenza del cinquantennale della morte della grande blueswoman (6/8/1973). Candice Ivory è conosciuta anche come, The Queen Of Avant Soul, un termine per giustificare l’utilizzo di tecniche d’avanguardia per amplificare le naturali inclinazioni del soul verso l’atmosfera e la spiritualità. In effetti la sua attitudine, con rilevante equilibrio e gusto, e senza snaturare l’idioma originario, è la carta vincente per una particolarissima rilettura dei dodici pezzi scelti, elevandoli a nuovo stimolante ascolto, complice anche l’ottimo combo di musicisti, oltre al sopracitato Charlie Hunter, DaShawn Hickman, pedal e lap steel guitar, George Sluppick batteria e tamburello, Brevan Hampden e Atiba Rorie percussioni. Candice Ivory canta con rilevante personalità, ha tonalità vocali feconde per affrontare qualsiasi tipologia di musica afroamericana. I primi due pezzi sono quelli di Memphis Minnie più conosciuti e ripresi, Me And My Chauffeur, e When The Levee Breaks, rivisitati con un attraente ritmo percussivo dai colori afro, mentre se, You Can’t Rule Me, ha una fluida vitalità blues in elettrico, When You Love Me, è un bel momento acustico, ottima l’interpretazione che ne fa Candice Ivory, la quale passa con spontaneità a diffondere contagiose pulsioni gospel in, Crazy Crying Blues, e in, Hole In The Wall. Con, Pile Driving Blues, torna ad esprimersi con un rilevante blues, dove cogliamo l’occasione per fare di nuovo gli apprezzamenti, in questo caso ancora nel ruolo di chitarrista (è anche il produttore), a Charlie Hunter, apprezzamenti che allarghiamo altresì a tutti gli altri musicisti, complici della riuscita del disco, che termina con altri due camei, il cadenzato, HooDoo Lady, e il delizioso passo reggae blues, New Bumble Bee. Candice Ivory è stata un’ottima conoscenza e il suo disco rientra fra i migliori usciti quest’anno.
Silvano Brambilla
Tracce
Me And My Chauffeur
When The Levee Breaks
You Can’t Rule Me
When You Love Me
Blues Everywhere
Crazy Crying Blues
World Of Trouble
Pile Driving Blues
Hole In The Wall
Hard Down Lie
HooDoo Lady
New Bumble Bee
Tagged blues, Candice Ivory, Memphis Minnie