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Non è da oggi che ci si è resi conto quanto ogni disco di Francesco Piu, con questo sono nove, è un tassello necessario per lo scacchiere musicale italiano con fondate ragioni anche per l’estero. Non è mai stato un bluesman nel senso stretto del termine, perché è cresciuto e ha assimilato varie tipologie di musica, grazie ad alcuni componenti della sua famiglia che sono musicisti/appassionati. Una volta diventato musicista, si è portato appresso tutto quel bagaglio, non ripreso pedissequamente, ma continuamente facendolo proprio senza mai scalfire l’origine. Suonare è la sua vita, non riesce a stare senza, ogni opportunità è buona, lo dimostrano i tantissimi concerti, compresi quelli condivisi con illustri colleghi internazionali, più vari riconoscimenti. Oltre dunque a suonare in luoghi canonici compresi quelli europei (che torna a frequentare per il tour dei suoi vent’anni di carriera), ne citiamo due fuori dall’ordinario, situati nella sua amata Sardegna, dove ha registrato due dischi per la ricorrenza del Record Store Day. L’ottimo, The Cann O’ Now Session (2018), in una Azienda Vinicola, e, From The Living Room, nel salotto di casa di uno dei musicisti presenti, il pianista Jim Solinas. Come il precedente, anche questo ha titolo e foto di copertina palesemente indicativi, foto che vede una sua figlia in un salotto (non è quello delle registrazioni, ma del babbo di Francesco), in mezzo ad alcuni vinili, scelti non casualmente, ma pertinenti alla sua formazione musicale, nella quale ci ritroviamo. Una parte l’ha ottimamente pronunciata per questo disco, in formato unplugged, con dieci cover, e chi segue Francesco sa che ogni volta per ognuna ha una capacità di rilettura del tutto personale. Qui lo ha fatto con un ragguardevole supporto: il sopracitato Jim Solinas piano acustico, Fabrizio Leoni contrabbasso, Francesco Ogana violoncello, Denise Gueye, Elisa Carta, Rita Casiddu, Giulia Danica Vendler e Gavino Riva alle voci, queste coinvolte subito da Francesco (voce sempre più roca ed evocativa, e strumenti a corda vari), per introdurre a cappella, Find The Cost Of Freedom (CSN&Y), per poi essere completata con dobro, piano e contrabbasso. Blues fino nelle sue viscere, scuro, pieno di pathos, è una delle più toccanti versioni di, Hard Time Killing Floor (Skip James). Il disco non dà un attimo di tregua l’emotività è sempre su alti livelli, avanti con, Crossing Muddy Waters (John Hiatt), per poi ricordare la sua (e nostra) amata Mavis Staples, tramite, You Are Not Alone (composta da Jeff Tweedy), e che dire di, The Healing Game, del grandissimo Van Morrison, Francesco accompagnato da voci e il piano, ne fa una versione…eccellente! Non è simile all’originale (Lightnin Hopkins) e nemmeno alla bella versione del suo amico Eric Bibb, è come se fosse stata composta da lui, è Needed Time. C’è anche Bill Whiters nel dizionario musicale di Francesco Piu dunque, ecco, Grandma’s Hands, impreziosita da un suo assolo di chitarra acustica e dalla presenza del violoncello, mentre non possiamo esimerci da fargli i complimenti anche per aver ricordato un artista purtroppo dimenticato, l’inglese John Martyn, con Don’t Want To Know. Questo piccolo intimista capolavoro, pubblicato in vinile di sole trecento copie, si chiude con Goodnight Irene, di un altro gigante, in tutti i sensi, Huddie Ledbetter. Assolutamente uno dei dischi dell’anno!
Silvano Brambilla
Tracce
Find Cost Of Freedom
Hard Time Killing Floor
Crossing Muddy Waters
You Are Not Alone
The Healing Game
Needed Time
Grandma’s Hands
Love The One You Are With
Don’t Want To Know
Goodnight Irene
Tagged Appaloosa, blues, Francesco Piu