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Recensioni

Alastair Greene – Standing Out Loud

16 giugno 2024 by Silvano Brambilla in Dischi, Recensioni

Ruf Records
www.rufrecords.de
www.alastairgreene.com/
www.facebook.com/AlastairGreeneOfficial

Prendete un ragazzo cresciuto in una casa dove il primo nutrimento dell’anima e della mente era la musica. Una cospicua collezione di dischi dei genitori, la mamma pianista, il nonno membro della jazz band di Stan Kenton. Scontato dunque che durante la sua giovinezza Alastair Greene iniziasse a mettere le mani su qualche strumento. Dapprima a lezione di piano e sax, ma poi scoprì che la chitarra elettrica lo avvicinava a quel suono rock che stava ascoltando con i suoi amici. Inizia così un percorso di immersione nella musica blues, assistito da un amico di suo padre che gli passa alcuni fondamentali dischi. La conformazione blues-rock diventa il suo marchio, qualche rimando c’è, ma sa come estrarre dalla chitarra elettrica dosi di personalità. Ed è così che passo dopo passo diventa uno dei chitarristi più apprezzati, che lo porta dalle prime band, ad una carriera solista, a collaborazioni di primo piano, fra gli altri, Fabulous Thuderbirds, John Mayall, Lonnie Brooks, Robin Trower, Alan Parsons, Sugaray Rayford. Dal 2001 ha pubblicato a suo nome 10 dischi, sempre con il comun denominatore di un suono elettrico. Questo è l’undicesimo, registrato a Nashville, co/prodotto con il noto chitarrista/produttore JD Simo, e il primo con la Ruf. Le undici tracce hanno una concezione contemporanea, ma sempre con quel clima ruspante e compatto del passato, tutto ben strutturato dal chitarrista californiano, uno che sa maneggiare il suo strumento, con consapevolezza, e per questo senza dover ricorrere a insistenti lunghi assoli che rischiano l’autocelebrazione. Se, Slow Burn, è un cadenzato rock -blues, sonorità anni settanta sono i pilastri che reggono la traccia, In Trouble, mentre del southern rock è ben esposto in, The Last To Cry. Dopo Il rock della title track, il disco ha ancora due buoni momenti, Rusty Dagger, una ballad, e Bullfrog Blues, pezzo degli storici Canned Heat, introdotto da Alastair Greene da solo con chitarra acustica, per poi virare verso un resistente rock’n’blues.

Silvano Brambilla

 

Tracce

 

You Can’t Fool Me

Slow Burn

Only Do

In Trouble

The Last To Cry

Trouble Blues

Am I To Blame?

Standing Out loud

Tempation

Rusty Dagger

Bullfrog Blues

 

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