Produzione Indipendente
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I Lone Star Mojo, mi sono risultati simpatici ancora prima di passare all’ascolto di A Shot Of The Blues, il loro recente secondo album, che segue di tre anni Rough Around The Edges. Simpatia immediata, dicevo, a causa della loro presentazione, dove si definiscono “quattro musicisti stagionati” provenienti da Wichita Falls, nel nord del Texas, e soprattutto per il loro “physique du role”, perché, viste le loro foto, incarnano alla perfezione lo stereotipo del musicista blues, rock/blues che da una vita è abituato ad esibirsi quasi ogni sera, ovunque sia possibile, dei veri “duri”, insomma.
La band è composta da quattro elementi che vantano decenni di carriera, sia live che in studio, con molti gruppi, principalmente in Texas, terra a cui sono molto legati, visto che è rappresentata in entrambe le copertine dei loro album e nel nome della band (la bandiera del Texas è nota anche come Lone Star, la bandiera della stella solitaria). Durante il periodo di lockdown, hanno deciso di unire le proprie forze, dando vita ai Lone Star Mojo. Presentazione doverosa quindi per Joe Splawn, non vedente dalla nascita, all’ Hammond B3, Mark Snyder alle chitarre acustiche ed elettriche, che suona da mancino ma a corde invertite, Tim Maloney al basso e Barry Sloan alla batteria. A Shot of The Blues contiene dodici tracce originali, metà delle quali composte da Mark Snyder e l’altra metà da Joe Splawn, che si alternano anche alla voce solista, dove si cimenta, meno frequentemente anche Tim Maloney. Quattro potenziali voci soliste, poiché che anche Barry Sloan è a suo agio con i cori e le seconde voci. A partire dall’iniziale Good Blues Travels Fast, uno shuffle trascinante, dove Hammond B3 e chitarra solista, sorretti da una precisa e granitica sezione ritmica, fanno subito capire che abbiamo a che fare con quattro musicisti di primissimo livello, ognuno dei quali un maestro del proprio strumento, sino alla conclusiva Americas Got the Blues, una blues ballad alla “Gary Moore”, dove vengono affiancati da Vanity Washington alla voce, i Lone Star Mojo ci accompagnano in un tragitto musicale che percorre le principali vie del blues/rock. Oltre alla citata Vanity, in alcuni brani intervengono gli altrettanto validi Scott Biggs alla chitarra slide e Doc Louie Luton alla chitarra acustica. A Shot of The Blues ci ha permesso di conoscere una band che merita di essere ascoltata con attenzione, mai banale, capace di proporre dodici brani di spiccata personalità e varietà, pur mantenendo l’omogeneità di fondo del progetto.
Stefano Tognoni
Tracce
Good Blues Travels Fast
Desolation Blues
Hey Hey
Thoughts of You
What Do You Feel
You’re Just a Blur
So Long Ruthie
A Shot of the Blues
Corner Boogie
Your Blues Give My Blues the Blues
She Really Loves the Blues
Americas Got the Blues
Tagged blues, Frank Roszak, Lone Star Mojo, rock blues