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La Bmc Records è stata fondata a Budapest nel 1988. Il suo catalogo contiene oltre 230 produzioni tra classica, comtemporanea e jazz. La maggior parte degli album è dedicata a compositori o esecutori ungheresi, ma ci sono molti dischi con contributi di artisti internazionali. La curiosità è però legata alle realizzazioni dei musicisti magiari. Ecco due esempi di una realtà nazionale che non è solo un’etichetta (che pone anche molta attenzione alle copertine, diverse nella stessa impostazione grafica), ma anche una casa del jazz con cinque sere a settimana dedicate alla musica dal vivo. D’altra parte Bmc sta per Budapest Music Center.
Miklós Lukács, Larry Grenadier, Eric Harland – Cimbalom Unlimited
Il grande interesse di questo disco riguarda l’uso del Cimbalom. Un nome adattato in zimbalon e detto anche salterio ungherese per descrivere uno strumento a corde battute o a volte pizzicate. Un suono che fa parte a pieno titolo della musica popolare. Con Miklós Lukács, autore di tutte le tracce, il Cimbalom fa l’ingresso in grande stile nel jazz. Insieme ai compagni di trio Larry Grenadier (contrabbasso) e Eric Harland (batteria). L’impetuosa traccia iniziale Balkan Winds, la ballad Dawn Song, Act 3 dal sapore hard bop, il virtuosismo di Act 3 dimostrano la grande qualità del progetto.
András Dés Trio – The Worst Singer in the World
L’esperimento in questo caso vede protagoniste le chitarre: la steel di Márton Fenyvesi, la classica di István Tóth Jr, affiancate dalle percussioni del leader e compositore. Un album che cambia spesso di velocità per evidenziare un linguaggio moderno, pronto ad affrontare la melodia così come il virtuosismo. La creatività di András Dés è interessante e regge molto bene per l’intera durata dell’album. Citiamo i due episodi Interplay, Gardening e Transparent Afternoon come esempi migliori del disco.
Michele Manzotti
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