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Una volta venivano chiamati supergruppi, per il fatto che i componenti venivano da esperienze diverse trovandosi poi insieme in studio e sul palco. Ma si può usare il termine super anche per la qualità della musica e dei musicisti. I Black Country Community sono sicuramente di questa famiglia dato che sono formati da Glenn Hughes alla voce e al basso, Joe Bonamassa alla chitarra, Jason Bonham alla batteria e Derek Sherinian alle tastiere. Nomi che sono abbinati a esperienze soliste e a gruppi che fanno la gioia degli appassionati di Classic Rock. Il senatore del gruppo, Hughes, già Deep Purple, ci racconta la nuova avventura discografica della formazione, BCC IV in uscita il 20 settembre.
C’è quasi da stupirsi che ci sia nuovo materiale dei BCC dopo cinque anni quando si pensava che il gruppo non dovesse continuare la sua attività…
“Non c’era un’intenzione precisa di smettere. Piuttosto c’era bisogno di separarci per un po’, per fare ognuno ciò che voleva e tornare insieme quando necessario. Ed ha funzionato!”
Quando e come avete pensato a un nuovo album?
“Ero a New York per l’introduzione alla Rock’n'Roll Hall of Fame con i Deep Purple e Joe mi ha chiamato il giorno dopo in Hotel. Ci siamo messi d’accordo per incontrarci a Los Angeles e durante una cena ci siamo detti che sarebbe stato bello fare un altro album insieme. L’unica condizione è che doveva essere epico, di ottimo livello come gli altri tre. Quindi ci siamo messi a scrivere insieme dato che entrambi siamo molto occupati e quindi dovevamo concentrarci per bene. Ci siamo visti a casa mia per undici giorni di seguito ed ecco i brani!”
Sono canzoni scritte tutte di getto…
“Il mio più grande dono è quello della scrittura. Lo faccio 365 giorni l’anno e sono sempre alla ricerca della qualità. Inoltre Joe è anche un caro amico e penso proprio di aver raggiunto lo scopo di un bell’album fatto insieme”.
E la dote della voce?
“Più passano gli anni e più ritengo che sia necessaria l’educazione e la crescita spirituale. Non solo per la voce, e quindi la ricerca e lo studio per diventare un cantante migliore, ma anche un uomo migliore”.
Come descriverebbe l’atmosfera del disco?
“Aggressiva, ma anche triste e con tanta ricerca di sensibilità. Una celebrazione di vita e di morte. Tutto il mio lavoro si rivolge alla vita reale: non scrivo sulla finzione. Sono molto attento a entrare dentro le sensazioni dell’essere umano. Tutte queste canzoni sono molto importanti per me”.
Farete qualche concerto per farle ascoltare dal vivo?
“Sì, programmeremo qualche data sicuramente all’inizio del prossimo anno”.
Altri progetti?
“Farò un tour targato Glenn Hughes-Deep Purple in Australia e Nuova Zelanda nei prossimi giorni. E’ una celebrazione personale: sono amico di Ritchie Blackmore e David Coverdale, ma non è possibile lavorare con loro. Oltre ai concerti con i Black Country Communion sto preparandone altri con un chitarrista di cui ancora non posso dire il nome, ma sarà fantastico!”
Michele Manzotti
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