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Foto (c) Giulia Nuti
E’ stato un debutto di grande livello. La prima tappa italiana della band di Steve Wynn, che si è tenuta allo spazio estivo dell’Estragon di Bologna (club che festeggia i 25 anni), è andata oltre ogni aspettativa. Perché se è vero che la band californiana è un simbolo per ciò che ha rappresentato negli Ottanta e nell’ambito del Paisley Underground, è altrettanto vero che ascoltarli oggi e verificare come Steve Wynn e soci siano in piena forma non era del tutto scontato, Così come non lo era scommettere della qualità (e della tenuta dal vivo) del nuovo album How Did I Find Myself Here?. Proprio questo disco è stato il protagonista della scaletta, mentre Medicine Show e il manifesto The Days of Wine and Roses sono stati rappresentati da tre brani ciascuno.
La voglia di andare avanti dei Dream Syndicate è quindi confortante, perché va oltre ogni tipo di atteggiamento nostalgico. Wynn (che ricordiamo con piacere aver ottenuto il Premio Ciampi nel 2001) tiene il palco con assoluta sicurezza: tra i suoi musicisti inoltre c’è un chitarrista come Jason Victor il cui virtuosismo lascia a bocca aperta e il cui stile si abbina perfettamente a quello del frontman. La formula rock (ormai l’aggettivo “alternative” lo lasciamo da parte) della formazione funziona ancora: basti ascoltare le recenti Glide, 80 West, Out of My Head a mostrare come lo stile resti sempre valido accompagnandosi degnamente ai classici come The Days of Wine and Roses e Armed With An Empty Gun. Una serata il cui unico effetto speciale è stata la buona musica: e questo basta per uscire dal concerto soddisfatti.
Michele Manzotti
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