www.manchesterfolkfestival.org.uk
www.englishfolkexpo.com
Nell’ultima giornata gli showcase sono iniziati il pomeriggio con il trio del banjoista Dan Walsh con Ciaran Algar al mandolino e Nic Zuppardi al mandolino. Ottima la qualità strumentale dei giovani musicisti, mentre per quanto riguarda la creatività, questa può ancora migliorare. Ci è piaciuto l’omaggio alla musica indiana con il banjo a imitare il suono del sitar. Da riascoltare. www.danwalshbanjo.co.uk Pagina Facebook Dan Walsh Banjo/Vocal/Guitar
Tradizione senza sorprese nel canto a cappella (tra cui una proposta di John Barleycorn lontana da quella resa nota dai Traffic) dei Wilson Family, gruppo di cinque elementi sulla scena da 40 anni. Niente da aggiungere, se non che la proposta musicale è destinata a un pubblico interessato al genere. www.thewilsonfamilyalbum.co.uk
Un altro trio giovane, ma di eccellente qualità nella proposta è You Are Wolf attorno alla figura della cantante e compositrice Kerry Andrew. Insieme al polistrumentista Sam Hall e al percussionista Peter Ashwell, Kerry interpreta brani tradizionali nella loro essenza senza che le soluzioni sonore (elettronica, loop station) le penalizzino. Anzi si compie quel miracolo di incontro tra passato e futuro che in fondo è il segreto del folk attuale di qualità. https://youarewolf.bandcamp.com Pagina Facebook You Are Wolf
Per anni è stata l’unica componente femminile dei Bellowhead, con il suo violoncello. Oggi sta lavorando a un progetto solista in trio per il recupero di brani popolari. Rachael McShane stavolta porta sul palco viola e violino e i suoi Cartographers che sono il chitarrista Matthew Ord e Julian Sutton all’organetto, autore a sua volta di alcuni brani. Ciò che affascina di Rachael è la voce, per tanto tempo nascosta nella gran mole di suoni dei Bellowhead. Niente da dire sulla qualità, ma da lei ci aspettiamo qualcosa di più, quella di essere una frontwoman di se stessa. Altrimenti lo show resta da club e non da teatro. https://rachaelmcshane.co.uk Pagina Facebook Rachael McShane
Ben sei donne hanno dato vita a un progetto militante quale quello delle Coven nato in occasione dello scorso 8 marzo. La formazione unisce un trio, Lady Maisery, un duo, O’Hooley & Tidow, e la songwriter di Leicester Grace Petrie. In meno di un’ora le sei hanno suddiviso il set tra i tre repertori e momenti pensati per tutto l’ensemble, come l’iniziale Bread & Roses e The Women’s Work. Più strettamente folk il trio (con tradizionali come The Gardener), più cantautorali gli altri due progetti. Ma, attendendo ulteriori assestamenti sul palco, il progetto funziona anche per la sua forza ideale femminista, paradossalmente più complicata da affrontare rispetto a qualche decennio fa. Finale a cappella cantato insieme al pubblico (Keep on Moving Forward) e successo meritato ampiamente. Pagina Facebook Coven music
Michele Manzotti
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