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This Desert City personifies the “Southern Californian Music” idiom; written and performed in the tradition of the genre, engineered with the audiophile essence that defined the genre, with breathtaking performances by the musicians that created the genre.
Cresciuto artisticamente a Seattle e successivamente trasferitosi a Los Angeles, Tom Kell, è stato uno dei fondatori degli Skyboys, meteora della scena contry rock degli anni settanta, e successivamente si è fatto apprezzare per alcune sue canzoni interpretate da Kenny Rogers e Nitty Gritty Dirt Band, nonché per la sua collaborazione con J.D. Souther. Dopo un paio di dischi usciti tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta, uno per la Warner e l’altro per la Vanguard, Kerr ha volontariamente abbandonato le scene per un lungo periodo. A distanza di molti anni e ormai cinquantenne, il cantautore di Seattle torna con un disco nuovo di zecca prodotto da Jeffrey Cox, inciso con la partecipazioni di eccellenti musicisti come il polistrumentista David Lindley, il chitarrista Kenny Edwards e la solida sezione ritmica composta da Don Heffington (batteria) e Bob Glaub (basso), con l’aggiunta di Valerie Carter ai cori. Il disco nel complesso è il classico lavoro che si ci può attendere da un “reduce” come lui, belle canzoni, molto mestiere, suoni perfetti e un pizzico di nostalgia senza tempo. Il suo country-rock rimanda agli Eagles come ai Pure Prairie League, ma nella maggior parte dei brani si avverte chiaramente la mano esperta di Kerr. E’ il caso delle delicate ballate elettroacustiche Wich Road e Sometimes, o della bella Texas On The 4th Of July, in cui brilla la pedal steel di Greg Leisz, tuttavia il vertice del disco arriva con due splendidi brani west coast come Hold On e I Wouldn’t Trust the Moon. Non mancano alcune piccole sorprese come la rilettura di Don’t Let me be Misunderstood e quella di Baby’s in Black in una gradevolissima versione country. This Desert City è dunque un ottimo album, che sarà certamente gradito dagli appassionati di musica west coast e del country rock degli anni settanta.
Salvatore Esposito