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foto (c) Alberto Marchetti
La biblioteca come fonte di sapere. Una fonte eterna, che sopravvive all’uomo destinato alla morte. Ma anche una fonte di sogni. Ed ecco che il bibliotecario Jorge Luis Borges, in mezzo ai suoi volumi di cui conosce le caratteristiche come se fossero persone, diventa protagonista di un sogno. Dove compare Carlos Argentino, una sorta di doppio, un protagonista folle che si pone in modo opposto e complementare allo scrittore. Anch’egli ha passione per i libri, ma questi hanno numerazioni impossibili raccontando storie apparentemente strampalate ma che hanno un senso. In tutto ciò non manca il mondo femminile, con la figura dell’amata Beatrix Viterbo che compare più volte come per consolare il protagonista. Che a un certo punto si sveglia, e forse non sarà tutto come prima.
La voce di Massimo Popolizio ha dato vita a questo sogno di Borges tratto da Il libro di sabbia, Finzioni e L’Aleph dello scrittore argentino con la regia di Teresa Pedroni. Una voce autorevole che ha colto al meglio l’atmosfera di questo sogno e la dimensione fantastica della scrittura borgesiana, Ma Argentina vuol dire anche musica e la forma che la caratterizza nel mondo, ovvero il tango. Qui entra in gioco Javier Girotto con il sax soprano e il sax baritono che non solo interpreta il tango con figurazioni quasi bachiane, ma dà vita a momenti più drammatici dove il sogno si svela nelle parti più oscure in contrapposizione con la voce di Popolizio il cui tono esprime positività. Teatro pieno per la serata, una prima assoluta nell’ambito del festival Flautissimo, e giusto tributo del pubblico ai due protagonisti.
Michele Manzotti
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