(Goodfellas / Believe)
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Inseguire l’orizzonte, on the road con Bukowski, macinando chilometri di vita, cavalcando il rock di Bruce Springsteen. Le speranze diventano fantasmi, la fame di sogni, i libri, la poesia, le ispirazioni si trasformano in pensiero e il pensiero in musica. C’è un mondo da ascoltare nel terzo disco d’inediti di Antonio Pignatiello. Il nuovo concept album del cantautore irpino, diretto e prodotto da Taketo Gohara, racconta il sogno di una generazione precaria, quella degli anni ’80: la crisi dei rapporti, la fuga dei cervelli, i valori morali in bilico. Il musicista inizia così un viaggio attraverso dieci canzoni, allineate in direzione della terra promessa. Dieci canzoni scarne, fino all’essenziale, fino a sintetizzare l’alfabeto del suono e la verità di pochi strumenti, come quelli della fisarmonica di Roberto Manuzzi, grande jazzista per anni al fianco di Francesco Guccini. “Sembra quasi domenica” è una ballata dolce e malinconica proiettata in un infinito leopardiano. Con un giro di accordi ci ritroviamo nelle trame di desideri e demoni del brano “Se ci credi”, guidati dal fascino magnetico di una chitarra acustica e della voce ruvida e sensuale del cantautore. La fisarmonica introduce le aspettative di “Non è ancora finita”, brano che vibra di suggestioni rock, quel rock edulcorato dalla rabbia che lascia spazio solo ai battiti sordi dell’anima.
Laura Tabegna
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