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L’emergenza sanitaria ha costretto molti organizzatori di festival a rivedere i propri calendari, rinviando o sopprimendo cartelloni già fissati. In Belgio le rassegne jazz si sono unite in un unico festival virtuale sotto il marchio di jazz.be, superando la tradizionale rivalità tra Fiandre e Vallonia. Sono stati quindi organizzati nell’ambito di due giorni 24 set per artisti singoli o ensemble che si sono suddivisi in due sale, altrettanto virtuali, dedicate ai grandi della musica belga, Django Reinhardt e Toots Thielemans. Questa è una selezione delle due giornate via web caratterizzate da una buona qualità del suono oltre che di artisti di ottimo livello.
I nostri ascolti hanno avuto inizio con il quartetto di An Pierlé, cantante, tastierista e trombettista, affiancata da Koen Gisen, sassofonista e dai componenti del Duo Schntzl di cui parleremo più avanti. Sonorità sperimentali condotte in modo autorevole dalla voce della leader. con momenti epici sottolineati da Gisen e dai synth di Hendrik Lasure. Tutt’altra sonorità arriva dal trio Manuel Hermia (sax tenore), Pascal Mohy (piano), Sam Gerstmans (contrabbasso): una formazione dove gli elementi ritmici sono ridotti all’essenziale per evidenziare la melodia. I brani scelti d’altra parte erano Love songs trattate con molto rispetto e cantabilità.
Consigliamo di tenere d’occhio Lubiana, (foto 1) autrice e interprete di origine camerunense. Per i suoi brani ha scelto di accompagnarsi con la kora trattandola con un tocco particolare tanto che esce fuori una sonorità vicina a quella del pianoforte e dell’arpa a seconda dei brani. Una voce affascinante completa l’esibizione che speriamo presto possa tornare dal vivo. Ottoni protagonisti nel Mâäk Quintet, (foto 2) in un mix di Dixieand e Vaudeville 2.0 in salsa psichedelica per un risultato molto divertente dal punto di vista sonoro e delle idee.
In programma ritroviamo De Beren Gieren, (foto 3) di cui avevamo recensito l’ultimo disco. Si tratta di un trio classico pianoforte-piano-batteria legato all’invenzione continua, proponendo un jazz attuale legato alla lezione del free, non perdendo mai la bussola della struttura del brano. Il Duo Schntzl, formato da Hendrik Lasure (piano, tastier) e Casper Van De Velde (batteria, percussioni), è basato sul dialogo tra suoni indeterminati e determinati in bilico tra acustica ed elettronica, per un risultato molto interessante. Concludiamo gli ascolti del primo giorno con la pianista Eve Beuvens (foto 4) i cui brani risentono del mondo classico dell’impressionismo francese e della lezione di giganti come Thelonious Monk.
Da una pianista all’altro, che ha inaugurato gli ascolti del 30 maggio. Bram De Looze è un’altra conoscenza del Popolo del Blues quale componente del LabTrio, di cui è stato recensito un titolo De Looze è ispirato da John Lewis, Dave Brubeck e Keith Jarrett, echi che convivono in un suono molto gradevole e caratterizzato da una tecnica eccellente. Parlando di tecnica segnaliamo anche quella del trombettista Jean-Paul Estéveniart (foto 5) affiancato in quartetto da Fabian Fiorini al pianoforte, Antoine Pierre alla batteria e Sam Gerstmans al contrabbasso, già ascoltato il giorno precedente. Una formazione legata alla proposta melodica con buona intesa e momenti solisti convincenti.
Tuur Florizoone è un fisarmonicista che sintetizza jazz e folk, con un’attività parallela di compositore di colonne sonore: stile interessante da approfondire con ulteriori ascolti. Cinema Paradiso è un trio formato da Kurt Van Herck (sassofoni), Eric Thielemans (batteria e percussioni) e Williem Heyen alla chitarra. Suoni autorevoli sia nel dialogo sia nei momenti solisti, sperimentazione quanto basta e proposta finale della musica del film da cui la formazione prende il nome, Parlavamo del LabTrio ed ecco comparire un’altra componente: la contrabbassista Anneleen Boehme (foto 6). Molto bello il suo set che ha unito momenti di improvvisazione, momenti swing e un blues conclusivo di grande qualità.
Concludiamo segnalando un’altra presenza femminile importante, quella della trombonista Nabou Claerhout (foto 7). Il suo suono è di grande fascino e si impone sia nei momenti melodici insieme ai musicisti del quartetto, sia in quelli solisti dove si affida anche all’elettronica. Una giovane interprete che può diventare una fuoriclasse.
Michele Manzotti
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